Page 8 - Dallara Magazine

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Andrea Pontremoli
Parole come solidarietà e bene comune
hanno un senso oggi in campo
industriale?
«
Ce l’hanno sempre di più, proprio per
l’idea della competizione fra territori che
esprimevo prima. L’azienda deve fare
qualcosa di più dello standard, qualcosa
che vada oltre la sua missione industriale.
Chi si sta muovendo in questa logica,
guarda lontano. Chi non lo fa, chiuderà a
breve”.
Che opportunità può offrire oggi il
motorsport a giovani, ingegneri o
meccanici specializzati che siano, in cerca
di un lavoro?
«
Offre grandi opportunità perché ci si trova
di fronte un settore che è di frontiera per
quanto riguarda la tecnologia e
l’innovazione. La competizione insita nel
motorsport fa leva sui risultati ottenuti e
quindi abitua i giovani a ragionare sul
merito, togliendo di mezzo le
giustificazioni. Abbiamo abituato troppo i
giovani a lavorare sulle scuse: “ti spiego
perché non sono venuto a scuola, ti spiego
perché non ho fatto questo…’. Dobbiamo
riportare la cultura del risultato».
L’Oxford Shire inglese contro la motor
valley italiana: competizione o
collaborazione?
«
Questi due territori sono in competizione
alla conquista di un mercato che è globale.
Il motorsport è nato in queste due aree del
mondo: l’Oxford Shire è stato più bravo di
noi a fare sistema e a vedere il motorsport
come un’industria. Noi abbiamo in più
l’inventiva e la capacità di reazione. Il
territorio vincente sarà quello che riuscirà
ad attrarre i paesi emergenti come India,
Cina, Brasile, eccetera».
Quanto è importante in termini di
crescita l’esperienza americana di
Dallara?
«
E’ importante perché ci permette di
importare la mentalità americana del
motorsport, dove si parte
dall’entertainment e dove il cliente è quello
che paga il biglietto, mentre in Europa si