Page 9 - Dallara Magazine

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parte dalla tecnologia ed il cliente è il
pilota. L’altro aspetto importante è
imparare dalla loro praticità: “innovation
that matters”, innovazione concreta che
serve a qualcosa. L’ultimo punto è la
possibilità di accedere ad un mercato
molto vasto, se sei bravo”.
Che ricaduta può avere il motorsport su
settori come quelli aeronautici e
aerospaziali nei quali l’Italia in passato ha
recitato un ruolo da protagonista?
«
Molto forte. Solo da poco ci stiamo
parlando e scopriamo che sulla
simulazione, l’aerodinamica ed i materiali
compositi – guarda caso le nostre tre “core
expertise” – ci possono essere delle sinergie
importanti che combinate possono aiutare
lo sviluppo della nostra industria».
Che suggerimenti darebbe a chi presto
guiderà l’Italia e vorrà occuparsi anche
del capitale imprenditoriale ed
economico che rappresenta il motorsport
italiano?
«
Partirei sicuramente da una diminuzione
della tassazione del costo del lavoro.
L’Italia ha un motore molto potente, ma
ha bisogno di un piccolo motorino di
avviamento che la faccia partire, che dia
slancio alle imprese e porti nuove
assunzioni, soprattutto di giovani. Se parte
quel motore, poi si trascinerà dietro tutto il
resto. Oggi siamo sotto una cappa:
dobbiamo liberare energie; il motorsport
ci insegna a liberare energia in modo
efficiente”.
Personalmente, qual è la sua prossima
sfida da AD della Dallara?
«
Riuscire a far crescere l’azienda non in
dimensioni, ma sul piano delle
competenze, nelle nostre tre aree
strategiche (dinamica veicolo e
simulazione, compositi ed aerodinamica),
diversificando i settori di business e le
geografie.
Altra cosa importante è lo sviluppo del
territorio, partendo dalla Motor Valley per
arrivare all’Italia».
Alessandro Santini