Page 14 - Dallara Magazine

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USA
ambito sport-car, e in attesa di capire cosa
succederà con l’IndyLights, una categoria a
cui, come si diceva in precedenza, va dato
più valore anche dal punto di vista dei
piloti che vi partecipano, creando una
scuola solita soprattutto per le gare sugli
ovali prima di passare alla categoria
superiore, cioè la IZOD IndyCar. Del resto
nella Nascar anche i vari Juan Pablo
Montoya e Danica Patrick prima di correre
nella serie principale devono passare
attraverso una trafila di gare regionali,
mentre ex piloti di F.1, per fare un esempio,
hanno potuto correre gareggiare nella IZOD
IndyCar senza sperimentare le gare ovali.
Non si tratta solo di addestrare i piloti, ma
di utilizzarli anche per valorizzare la
categoria».
La presenza in nord america può essere
una base importante anche per una
espansione verso il sud del continente? Il
Brasile è in pieno boom e nei prossimi
anni diventerà il centro dello sport
mondiale.
«
Il Brasile rappresenta sicuramente
un’economia in crescita. Ma il Brasile sotto
questo aspetto significa soprattutto San
Paolo: nel resto del Paese il boom non è così
evidente. Con la IZOD IndyCar andremo
ancora a correre proprio lì, perché bene o
male il Brasile è l’unica piazza sulle quale
esiste una copertura economica, con un
organizzatore che consente anche di
realizzare un provento. La Cina doveva
copiare il modello brasiliano, ma
l’operazione non è ancora andata in porto».
Lei in precedenza ha accennato a possibili
collaborazioni di Dallara anche al di fuori
dal motorsport: ci può dire in quali settori?
«
Le opportunità ci sono, ad esempio, nel
campo aeronautico, aerospaziale e della
green-technology: uso dei materiali,
struttura dei veicoli, eccetera. Occorre però
completare un processo di certificazione
molto complesso, che richiede requisiti
molto particolari. Ma le opportunità ci
sono».
Per concludere, ci può fare un suo bilancio
personale e umano della sua esperienza
negli Usa da quando si è unito a Dallara?
«
Il motorsport è la mia vita, e lavorare nelle
corse americane è sempre stato un sogno
perché io amo gli Stati Uniti, la loro storia,
e ne condivido i valori. Sono un italiano con
cuore americano, e quella che mi ha offerto
la Dallara è una grandissima opportunità:
posso dire di stare vivendo il mio american
dream. Nonostante tutti i problemi
economici e sociali che pure esistono,
l’America a mio avviso è ancora il Paese
delle opportunità. Non solo economiche, ma
dal punto di vista meritocratico in senso più
largo: qui se vali vai avanti, altrimenti resti
uno dei tanti».
Stefano Semeraro
Foto di gruppo per la visita di deputati e senatori dell’Indiana alla factory Dallara.
Al centro, con i jeans, il governatore dello Stato dell’Indiana, Mike Pence.
Dietro di lui, con gli occhiali, Stefano De Ponti, A.D. della Dallara negli USA