Page 20 - Dallara Magazine

20
Super Formula
Ingegner Biasatti, a che punto è il progetto
SuperFormula? Qualche tempo fa ci aveva
prospettato un inverno “impegnativo” da
questo punto di vista: è stato più o meno
difficile di come pensava?
«
Ormai siamo entrati nella fase finale. Da
inizio febbraio abbiamo cominciato a
rilasciare in produzione tanti particolari, in
questi giorni stiamo laminando il primo
telaio e fra poco inizieremmo con le prove
omologative. Sempre su questo fronte,
abbiamo anche fatto
delle prove
preliminari con esito
positivo».
Che cosa ci può dire
dei test che sono
stati svolti fino ad
ora?
«
Abbiamo svolto
parecchio lavoro al
simulatore,
addirittura con due
sessioni per Honda e
Toyota, che sono
venute dal Giappone
con i loro ingegneri e
piloti di riferimento :
Takuya Izawa per
Honda e Kazuki
Nakajima (ex
Williams F1) per
Toyota. Sono stati dei
test molto importanti
che ci hanno fornito
tante informazioni e
spunti interessanti. La
SF14 è stata la prima
vettura che abbiamo
definito
"
virtualmente"; cioè
fissando dei
parametri di progetto
di primo ordine
prima ancora di tirare la prima riga di
progettazione, e si è rivelato un metodo di
lavoro molto efficiente. Senza altro questo
nuovo approccio da un bel valore aggiunto al
progetto».
Come ha accennato, alcuni piloti giapponesi
hanno fatto visita a Varano per provare il
simulatore: ci può raccontare le loro
reazioni, e
raccontarci qualche
aneddoto di quelle
giornate?
«
Il primo a provare è
stato Nakajima, che
aveva il vantaggio di
conoscere altre
simulatori e le sue
particolarità. Questo
gli ha consentito di
essere subito
operativo, senza
bisogno di
acclimatamento.
Qualche settimana
dopo è toccato ad
Izawa, che non aveva
nessuna esperienza
sui simulatori; lui ha
dovuto "farsi un pò
le ossa"; ma dopo un
paio di ore è stato
comunque in grado
di esprimersi al
meglio. Tutte e due
hanno portato avanti
lo stesso programma
di prove, in modo di
non avvantaggiare
nessuno dei due
motoristi, percorrendo oltre 100 giri a testa.
Sul tracciato di Suzuka hanno provato la
vettura che guidano attualmente, cosi da
farsi un riferimento, per per poi passare alla
SF14 e su di essa testare diverse
configurazioni. Alcune di queste poi sono
diventate soluzioni da introdurre sulla
macchina "vera": questo è il grande
contributo del simulatore, il fatto di poter
avere delle certezze ancora prima di andare
in pista. Tutte e due i piloti hanno replicato i
tempi che ottengono in pista, ma ancora più
importante è che hanno conseguito lo stesso
feeling provato sulle macchine reali. Di solito,
quando un pilota inizia a sperimentare il
simulatore, commentando le impressioni
ricavate usa espressioni tipo "il simulatore ha
fatto questo, o quest’altro". Quando però
iniziano a trovarsi veramente a loro agio
iniziano a dire "… la macchina è
sottosterzante, la macchina manca di
trazione...": ciò significa che il simulatore è
riuscito ad imprimere le stesse sensazioni
della macchina e che è stato fatto un buon
lavoro: con i due piloti giapponesi è successo
proprio questo».
Quale si sta rivelando la “sfida”
regolamentare più impegnativa?
«
Più che sfida regolamentare, che in questo
caso riguarda solo la sicurezza a normativa
FIA F1 2010; la vera sfida è il packaging
della vettura. Il fatto di dovere montare un
Kers, il servosterzo, due diversi motori, e una
pedaliera a tre pedali dove di solito ci stanno
due,ci ha procurato parecchi mal di testa...
Comunque si sta rivelando un progetto molto
ricco tecnicamente e molto stimolante».
Può raccontarci come si svolge la
collaborazione con gli ingegneri Honda e
Toyota che si occupano dei propulsori? E’
stimolante lavorare con chi ha alle spalle
una cultura industriale e sportiva diversa
dalla nostra?
«
Al di là della loro capacità tecnica, quello
che colpisce fin dal primo impatto è lo spirito
di competizione che c’è fra di loro. Siamo in
contatto costante con loro, e lo scambio di
informazioni è continuo; abbiamo lavorato
molto bene e senta intoppi».