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DARIO ELETTRIZZANTE
sotto il patrocinio del Ministero
dello Sport del colosso asiatico. Fra
i suoi driver ci sono Qinghua Ma,
CongFu Cheng, HopIn Tung, e al
suo attivo ci sono anche una
decina di gare organizzate fra
Pechino, Shanghai, Chengdu, Zuhai
e Ordos. Ovviamente soddisfatto
Alejandro Agag, il Ceo della
Formula E Holdings, organizzatore
della serie.
«
Ci aspettiamo di avere
anche piloti cinesi nella Formula E
».
Le 10 gare che la Fia si aspetta di
organizzare nel primo anno
del campionato si svolgeranno
tutte su circuiti cittadini.
Velocità contenuta, circa 220 km/h
(
ma accelerazione da 0 a 100 in tre
secondi), emissioni e “rombi” zero,
stint di lunghezza massima di 25
minuti fra una ricarica e l’altra.
La durata delle batterie è infatti
ancora il tallone d’Achille della
nuova tecnologia e per arrivare in
fondo, con una durata di gara
prevista di un’ora, sarà quindi
necessario sostituire
completamente la vettura.
La Formula E rispetto alle sue
antenate più inquinati ha però una
carta importante da giocarsi:
quella delle gare cittadine.
Con motori meno inquinanti
e un impatto più soft
sull’ambiente, molte grandi città o
metropoli che hanno deciso di
investire sulle tecnologie verdi
potrebbero essere attirate
dall’organizzazione di una tappa
del nuovo campionato. Per ora si
sono fatte avanti prestigiose
municipalità: da Hong Kong a
Shanghai, da Beijing a Mumbai,
per continuare con Città del
Messico, Sydney, Città del Capo,
Mosca Rio de Janeiro, Miami, Los
Angeles e Berlino. Zero emissioni,
ma grandi ambizioni.
Di Hong Kong è peraltro la
Formula E Holdings Ltd, il
consorzio a cui la Fia ha concesso
la licenza per l’organizzazione della
serie, e che ha come investitore più
pesante Enrique Banuelos un
uomo d’affari spagnolo, come è
spagnolo il Direttore esecutivo
della compagnia, Alejandro Agag,
nipote dell’ex premier iberico
Aznar e già impegnato in passato
sia in Gp2 e Gp3 sia in F.1. Un altro
noto personaggio coinvolto nel
progetto è Paul Drayson, ex
ministro della Scienza del governo
inglese di Tony Blair, e
appassionato gentleman driver.
«
Competizioni del genere,
programmate nel cuore di grandi
città, sicuramente saranno in grado
di attrarre un vasto pubblico
si è
detto convinto Jean Todt –
e
saranno l’occasione per condividere
valori promossi dalla Fia, come
quelli dell’energia pulita e di una
mobilità sostenibile, con un
audience di giovani fan
».
Vedremo presto la Formula E
esibirsi negli stessi weekend di gara
della sua sorella maggiore, e
magari rimpiazzarla in un futuro
nemmeno troppo lontano?
Difficile da dire, anche se il futuro
sembra remare in quella direzione.
Fra l’altro in città come Seul
si sta già sperimentando una nuova
tecnologia, derivata dal concetto
delle piste per automobiline, che
prevede l’installazione sotto il
manto stradale di una bobina
elettrica in grado di fornire da sola
l’energia alla vettura. Di
elettrizzante, nel pacchetto che la
Formula E propone ai suoi futuri
clienti, c’è anche il montepremi: 2
milioni di dollari per il team
vincente, e ben 4 per i driver.
Gentlemen, caricate le vostre pile.
Tuttavia sono fiducioso e so che ci
riusciremo».
E’ possibile immaginare tutta una
filiera di categorie per vetture
elettriche, dalle serie addestrative a
quelle di vertice?
«
Perché no! La tecnologia della
batteria è la chiave per il successo
delle vetture elettriche. Le Case più
evolute al mondo e molti degli
ingegneri più brillanti stanno
lavorando duramente, per questo
assisteremo a uno sviluppo
importante nei prossimi anni e questo
aprirà la via a nuove ed esaltanti
sfide».
Crede che gli appassionati di corse
potranno adattarsi a gare così…
silenziose? In fondo già a Le Mans e
nel caso delle ultime supercar Ferrari
e Mc Laren abbiamo visto l’imporsi
di nuove tecnologie ibride.
«
Il dibattito sul rumore e
la Formula E è ancora aperto.
Alcuni credono che abbiamo bisogno
del rumore perché alla gente piace.
Altri, e questa apparentemente è la
fazione vincente, pensano che ci stiamo
rivolgendo a nuovi fan con gusti
differenti. Potremmo far suonare
musica rock durante le gare
e la gente si divertirebbe
anche di più, per esempio. Alcuni
puristi dicono anche che così potremo
apprezzare lo stridio delle gomme in
curva; con le auto da corsa tradizionali
e rumorose, il rumore del cambio al
momento è completamente coperto e
sconosciuto. Questo suono ad alta
frequenza diventerà presto molto
familiare a ogni fan. Ne avremo
un’idea precisa alla prima gara».
La Formula E, anche per la Dallara,
può essere il primo passo verso la
realizzazione di una vettura stradale
a zero emissioni?
«
L’ingegner Dallara da qualche anno
sogna una sua macchina da strada e
alla fine realizzerà il suo sogno. Con
la tecnologia attuale in fatto di
batteria dubito che la nostra auto da
strada sarà elettrica o ibrida. Come
ho detto però a volte gli ingegneri
elettronici fanno miracoli…».
Stefano Semeraro