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Lavoro&Disabilità
Dottor Di Gregorio, l’impresa di Zanardi a
Londra ha portato maggiore attenzione
sulla tematica della disabilità, a cui Dallara
è sensibile da sempre: l’iniziativa delle
aziende è sufficiente o servirebbe una
legislazione più aggiornata?
«
Le aziende, come sempre, devono fare la
loro parte, anche se non penso sia corretto
chiedere a società private di sostituirsi allo
Stato ed agli enti preposti in materia, tra
l’altro prevedendo delle quote obbligatorie
di assunzioni, che in termini percentuali
sono abbastanza gravose. Se posso esprimere
uno spunto di miglioramento, questo
potrebbe riguardare l’introduzione di
agevolazioni in termini di detassazione e
decontribuzione. Per ora ci sono state solo
azioni una tantum. Più in generale, ritengo
che la legislazione italiana sia adeguata: il
problema può essere rappresentato, a volte,
dalla difficoltà di orientamento tra le molte
normative ed i vari soggetti interessati.
Quali sono i vantaggi che comporta una
perfetta integrazione del disabile in
azienda?
«
Stiamo parlando di persone, pertanto il
vantaggio dell’integrazione a livello
aziendale è lo stesso per tutti: maggiore
motivazione e senso di appartenenza, che
favoriscono la capacità di operare in gruppo.
Questo diventa fondamentale per affrontare
il contesto sempre più competitivo nel quale
ognuno di noi è chiamato ad operare.
Inoltre, dall’integrazione nascono dei buoni
esempi. Mi vengono in mente colleghi
disabili, che grazie al loro contributo a
livello professionale ed a livello personale,
rappresentano un modello da imitare, sia
per quanto riguarda l’approccio da tenere di
fronte agli ostacoli presenti nel mondo
lavorativo che, più in generale, nel percorso
di vita.
Esistono strategie capaci di rendere
l’integrazione più ampia possibile anche a
livello umano in azienda e quali sono i
contributi che una azienda come Dallara
può dare in questo campo?
«
Dato che si parla di strategia, per portare
avanti un buon livello di integrazione, ci
vuole prima di tutto la sensibilità su queste
tematiche da parte dei vertici aziendali. In
particolare, pensiamo che la strategia
migliore, sia quella di mettere la persona
giusta al posto giusto (disabile o meno che
sia). In questo modo si valorizzano le
persone per le loro attitudini, con chiari
benefici per le persone stesse, ma anche per
l’Azienda nel senso più generale del termine.
La nostra Azienda sta potenziando l’area
tecnica, quindi inseriremo tendenzialmente
personale (anche disabile) in quell’area. I
candidati sono caratterizzati da un percorso
di studi di tipo tecnico-scientifico di livello
ingegneristico e dall’attitudine a lavorare in
una certa area di conoscenza. Sarà nostra
premura utilizzare quanto la tecnologia (in
particolare l’informatica) ci mette a
disposizione a livello hardware e software,
per consentire alle persone di operare al
meglio. Riteniamo non abbia senso inserire
una laureato in ingegneria meccanica con
disabilità fisica, ad esempio ai servizi
generali, perché «mi obbligano e intanto gli
faccio fare qualcosa…». Non valorizzerebbe
la persona e non porterebbe valore
all’azienda. E’ chiaro che questo tipo di
considerazioni valgono in maniera molto
più limitata se prendiamo in considerazione
persone che hanno una disabilità psichica,
verso le quali si compiono scelte dettate da
altre motivazioni.
Quali sono i settori aziendali più interessati
da questa problematica? Come funziona e
come è stato sviluppato il software che
consente all’ingegner Molardi di interagire
perfettamente con il resto dell’azienda?
«
Abbiamo conosciuto l’Ing. Gian Luca
Molardi in veste di tesista dell’Università di
Parma nel 2008. Di lì a breve avrebbe
ottenuto una borsa di studio tramite il
Progetto Spinner (investimenti in
educazione, ricerca e formazione come leva
di crescita per i giovani e le imprese),
finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
Siamo rimasti colpiti dalla persona, dotata
di una tenacia formidabile, che gli ha
permesso di laurearsi in ingegneria
meccanica con una tesi in ambito analisi
strutturali, superando grandi difficoltà. Ma
siamo stati positivamente impressionati
anche dalla passione che sprigionava per il
mondo delle vetture da corsa ed in
particolare per l’interesse verso la nostra
realtà aziendale, di cui ricordava, con
emozione, una visita effettuata durante il
periodo delle scuole superiori. A distanza di
anni dall’incontro con Gian Luca siamo
soddisfatti del progetto portato avanti,
progetto che ci ha consentito sia di
valorizzarne le attitudini, in quanto è
«
entrato nel mondo» di cui voleva far parte,
sia di svilupparne le conoscenze tecniche.
Infatti, è stato inserito all’interno del nostro
reparto di Analisi Strutturali, con l’accordo
di usufruire di un orario lavorativo
personalizzato e del telelavoro, per andare
incontro il più possibile alle sue esigenze.
Per quanto riguarda la parte software,
abbiamo messo a disposizione di Gianluca
un programma di tipo «commerciale» che
gli consente di scrivere documenti di testo,
e-mail e dare impostazioni di vario genere,
a comando vocale, pertanto senza
utilizzare le mani. Inoltre, abbiamo
acquistato un secondo software «dedicato»
a persone con difficoltà motoria (e
sviluppato da una società gestita da un
ingegnere disabile), che permette di
muovere e cliccare il mouse con il solo
movimento del viso, o degli occhi. Insieme
al software è stato acquistato un supporto
personalizzato che rende più comoda ed
agevole l’attività di Gian Luca, il quale non
ha tardato ad apprezzarne la versatilità ed
a farcelo sapere».
Di Gregorio:
«
La chiave è mettere le persone giuste
al posto giusto»