Dallara Magazine - page 28

28
Andrea, parliamo un po’ di storia, vuoi?
Secondo te fin dove affondano le radici delle
competizioni sportive?
«La Cultura del Motorsport è la Competizione
in un contesto così rischioso che ne deriva
gloria; il premio in sé non è l’elemento
fondamentale. Già gli antichi avevano
descritto questa cultura, ad esempio nel
piccolo trattato “Ierone”, di Senofonte, spesso
citato da Machiavelli, troviamo questo
passaggio: «...Se temi che offrendo premi a
molti derivino molte spese, considera che non
ci sono merci più vantaggiose di quelle che gli
uomini comperano con i premi. Così nelle
competizioni piccoli premi producono grandi
spese, molte fatiche fisiche e molto
impegno...».
Quali furono i motivi che portarono, invece,
alle prime gare moderne?
«L’inizio del Motorsport nasce con la
produzione delle prime automobili. Il circuito
di Indianapolis organizzò la prima
competizione automobilistica nel 1911,
all’epoca di Henry Ford e Alfred Sloan
(fondatore della General Motors): nello Stato
dell’Indiana ci fu un fiorire di tanti piccoli
costruttori locali (come Allison), così come in
Europa (Mercedes, Fiat...). Il progresso tecnico
fu guidato dalla competizione tra industrie
per acquisire quote di mercato. Un fenomeno
ricorrente, caratteristico di nuovi settori in
forte espansione e fermento. Il Motorsport
come lo intendiamo oggi potrebbe essere
datato all’epoca in cui cessò di essere solo
sport per diventare parzialmente una leva di
marketing: la sponsorizzazione della John
Player Special per la Lotus risale al 1972.
Possiamo dire che si è trasformato
definitivamente in industria di
intrattenimento negli anni 2000».
Secondo te è possibile periodizzare la storia
del motorsport, individuandone ad esempio
un periodo pionieristico, uno romantico,
uno classico e uno postmoderno?
«Proviamoci. L’Inizio fu Romantico, i piloti
erano collaudatori, spesso ingegneri e tecnici
(Chevrolet negli Stati Uniti ne è un esempio,
un altro è Mark Donohue; più recentemente,
forse l’epigono, John Miles collaudatore Lotus
e pilota di Formula 1). Il loro scopo era
verificare la funzionalità e l’affidabilità delle
prime autovetture al limite delle prestazioni
su un terreno sconnesso: ricordiamoci che loo
Speedway di Indianapolis non era asfaltato,
ma fino agli anni 30 era lastricato di
mattoni, da cui il termine Brickyard. La
Seconda Fase la possiamo legare alla
promozione pubblicitaria – la réclame, come
si diceva un tempo - di prodotti tipicamente
maschili: tabacco ( Marlboro, JPS ), benzine
(Gulf, Shell), accessori e abbigliamento, via via
sino a prodotti più generici e di largo
consumo, principalmente alimentari e di
abbigliamento. La Terza fase – quella della
postmodernità, se vogliamo - è stata
caratterizzata come promozione di servizi:
telecomunicazione, software, assicurazioni,
trasporti, banche, è quella attuale. La
prossima fase riguarderà forse la promozione
dell’educazione ingegneristica. Per
sensibilizzare i giovani ragazzi ad
intraprendere gli impegnativi studi di
ingegneria affascinandoli con la palestra delle
competizioni».
Ma in che termini si può parlare di cultura
del motorsport? Quali sono i valori base di
questo mondo?
«Il valore è ciò che ci fa sentire bene, in
salute, al nostro posto nel mondo: il “valeo”
dei Latini. Valore è ciò che è riconosciuto
senza incertezze, conveniente al di là del
prezzo, e comprende l’affettività, la
credibilità. Per gli Europei il Valore evoca
rarità, bellezza. Per gli Americani è il “prezzo
atteso” ed evoca buona fattura, gusto, forma,
solidità, comodità, qualità evidenti al
consumatore come facilità di acquisto, scelta
disponibile, consegna a domicilio,
manutenzione, assistenza. Comprimere il
valore (prezzo atteso) entra in conflitto con il
Valore (gusto, civiltà, cultura). La cultura è
quello che un’organizzazione (una famiglia,
un’associazione, un team, un’azienda, una
nazione ) accumula collettivamente nel
tempo mentre impara con successo ad
affrontare la sfida con l’ambiente esterno e
l’integrazione al suo interno. La cultura nasce
dal contesto e produce un comportamento
ottimale adeguato perché conviene, è saggio,
Il cuore delle corse
RISCHIO ED EMOZIONE:
QUANDO L’ETICA
SCENDE IN PISTA
Seconda puntata del nostro viaggio nel mondo
complesso delle gare in automobile insieme all’ingegner
Andrea Toso della Dallara. Esiste una cultura del
motorsport? E come si concilia con le esigenze industriali
e di marketing ? Quali sono le radici storiche delle gare?
E quali i percorsi attraverso cui le grandi nazioni sono
giunte all’automobilismo? Per capirlo è utile ricorrere
ai… classici. Senza trascurare il lato “mistico” dello sport
1...,18,19,20,21,22,23,24,25,26,27 29,30,31,32
Powered by FlippingBook