Dallara Magazine - page 30

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La visita
sicuro e sperimentato; i “valori “ sono quindi
ciò che unisce i componenti
dell’organizzazione, sostiene i comportamenti
funzionali al sistema, penalizza i
comportamenti dannosi. Sono, in sintesi, la
ragione dello stare insieme, il legame forte tra
le persone, il codice etico. Alla luce di quanto
abbiamo appena scritto, la Cultura del
Motorsport è un’ intrattenimento ad altissima
emozione il cui codice etico fondamentale è il
rispetto dell’avversario in condizioni di rischio
evidente a tutti. Se non si generano emozioni
o se non si rispetta l’avversario, si viene meno
al senso del Motorsport.
Passiamo ad un po’ di “geopolitica” delle
corse: quali sono state le grandi nazioni che
hanno portato allo sviluppo
dell’automobilismo e quali ritieni sia stata la
natura del contributo di ciascuna allo
sviluppo del settore?
«Ogni nazione ha trovato la strada per
sviluppare l’automobilismo secondo la
propria cultura. In Inghilterra i circuiti sono
derivati dai campi volo: Snetterton,
Silverstone aeroporti dismessi della II Guerra
Mondiale - mentre la riconversione post-
bellica delle officine specializzate ha favorito
l’affermazione di talenti ingegneristici
abituati a pensare e realizzare veicoli leggeri e
veloci. Negli Usa i circuiti sono nati dalla
riconversione degli ippodromi (poi trasformati
in autodromi), soprattutto sulla costa Est; più
a Ovest, nella zona delle grandi praterie, sono
sorti gli “strip” dei “dragster”; nel Mid West,
terra di motori che comprendeva Indianapolis
e Detroit, sono nati gli Speedway per
verificare l’affidabilità dei veicoli destinati
alla produzione di massa. In Italia e In
Francia i circuiti sono sorti nelle città
(Modena, Reims, Digione), o nei parchi
(Monza) e nelle città Termali (Spa). In
Germania, i tracciati di Avus e Nurburgring
sono stati pensati per affermare
pubblicamente la potenza del regime. Le
corse riflettono la cultura e la cultura è
sempre legata alla storia e alla geografia: dai
grandi spazi dell’Arizona alle strade polverose
della targa Florio».
Le ragioni del business e quelle dello sport
agonistico puro: credi ci sia un approccio
“filosofico” in grado di conciliare questi due
aspetti spesso così contrastanti fra di loro?
«Lavorare nel Motorsport richiede una pratica
rigorosa, un impegno di tempo cha va molto
al di là dell’orario contrattuale perché
comprende di norma il sabato e la domenica,
un’onestà intellettuale di fondo: ogni due
settimane il cronometro è impietoso, non c’è
marketing che tenga. Per sopravvivere e
trovare soddisfazione nel Motorsport, questo
“abito mentale” si impara subito e si
mantiene per sempre, anche nelle relazioni
umane; per questo è difficile avvicinarsi al
Motorsport provenendo da altri settori
industriali. In ogni attività il triangolo
maledetto - “tempo”, “costi”, “prestazione” -
impedisce di raggiungere tutti i vertici: per
ridurre i tempi aumentano i costi o si riduce
la prestazione (o la qualità del prodotto); per
ridurre i costi aumentano i tempi o la
qualità; per aumentare la prestazione
aumentano i costi, eccetera…. In questo
conflitto perenne, la peculiarità del
Motorsport è l’enfasi sul fattore tempo: «Se sei
pronto, la gara è domenica alle 15, se non sei
pronto la gara è domenica alle 15». Per
completezza possiamo dire che l’enfasi sulla
prestazione è tipica del settore militare, infine
l’enfasi sul costo è tipica dei prodotti
industriali di largo consumo. Al di là di
queste estreme situazioni, tutte le altre
attività industriali operano compromessi nelle
tre dimensioni».
Nello sport c’è spesso un richiamo ad un
lato “mistico” dell’esperienza sportiva – vedi
la definizione di Forster Wallace di “Federer
come esperienza religiosa”. Credi che questo
accada anche con le corse? Ayrton Senna è
forse stato un “mistico” delle corse?
«Ad Olimpia, nel VII secolo avanti Cristo i
giochi erano espressione diretta del culto
religioso comune tra le varie città-stato, oggi
diremmo fra le varie nazioni. Il Motorsport e
tutto lo Sport in generale con dimensione
mondiale (pensiamo al Campionato di
Formula 1 o ai Campionati di Calcio) è la
nuova religione che, nell’uso di questa parola,
indica ciò che “lega” insieme, accomuna
persone di continenti diversi, razze, credenze
religiose e idee politiche. Ecco quindi spiegato
il fatto che gli “eroi sportivi” nell’immaginario
collettivo assumono connotazioni “mistiche” e
“carismatiche” soprattutto quando, come
Federer e Senna, mantengono con impegno e
coerenza comportamenti pubblici ineccepibili
nel tempo. Le tragedie dello Sport, nei casi di
Senna, Villeneuve e tanti altri, esaltano la
dimensione “religiosa” perché l’emozione
pubblica è fortissima, immediata e comune».
Infine, per chiudere con qualche indicazione
per chi ha voglia di approfondire
l’argomento: ci sono libri la cui lettura ti
senti di suggerire?
«Consiglio vivamente di leggere il libro “The
unfair advantage”, la storia del Team Penske
scritta da Mark Donuhue, ingegnere, vincitore
di Indianapolis, pilota di Nascar, GT, e altro
ancora. Questo libro descrive la cultura della
ricerca rigorosa e continua del vantaggio
competitivo, misurabile, concreto e pratico;
racconta gli insuccessi e le lezioni imparate in
un ambito in cui il cronometro è giudice
imparziale. Durante la lettura di questo libro
è immediato per ciascuno trarre paralleli e
analogie alla propria realtà lavorativa».
Post scriptum a questa ultima risposta e
all’intera conversazione: c’è una personalità
che a tuo avviso può incarnare un
atteggiamento “umanistico” al mondo delle
corse?
«Senza dubbio Harvey Postlethwaite».
Dizionario
Pilota
Dal Germanico e forse dal greco ,
parola del gergo marinaro . E’ l’uomo
dello scandaglio. Il marinaio
specializzato che ha studiato le coste,
le correnti, i luoghi pericolosi per
condurre un’imbarcazione in modo
veloce e sicuro sia al largo sia vicino
alle coste. E’ chi guida la nave in modo
esperto.
Competizione
Dal mondo “elettorale” degli antichi
romani, “cum+petere”, desiderare
insieme la stessa cosa ( la stessa carica
, magistratura consolato etc ) che però
può essere assegnata ad uno solo. Da
qui la parola “competenza” cioè avere
la preparazione teorica ( formazione )
e pratica ( esperienza ) per competere.
“Competizione” è quindi una gara tra
competenti per raggiungere un premio
unico.
Pista
Un’altra parola del mondo dei cavalli!
Dal Latino: è la strada “pestata” , cioè
battuta , degli ippodromi usata per le
corse, ad esempio al Circo Massimo
nell’antica Roma.
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