Dallara Magazine - page 33

S
e c'è un pilota che nell'ultimo anno si
è confermato un interprete
straordinario delle monoposto
Dallara, è Raffaele Marciello. L'italiano
seguito dalla Ferrari Driver Academy si è
laureato campione della F.3 Europea
dopo un'annata straordinaria con 12
pole, 13 successi e altri sei arrivi a podio,
ma non è tutto: a fine stagione è salito
sulle vetture di World Series e GP2 e
anche in questo caso ha saputo subito
trarne il meglio, finendo in cima alla lista
dei tempi al debutto. Risultati che oltre
che confermare il talento del pilota, sono
la prova di un feeling particolare con le
vetture che nascono a Varano de'
Melegari. Abbiamo quindi deciso di
chiedergli direttamente cosa ha provato
in questi mesi salendo su mezzi così
diversi della produzione Dallara.
La vettura a cui fino ad ora sei più legato è
senza dubbio la F.3. Tre stagioni, e una
vincendo un titolo prestigioso. Che
opinione hai di questa macchina?
"Un'opinione fantastica, ma non serve che lo
dica io, basta vedere il modo in cui si è
imposta sul mercato. Dal punto di vista del
pilota è una macchina che a livello
propedeutico non ha rivali, è la scuola
migliore in assoluto soprattutto per il modo
in cui ti insegna a sfruttare il carico
aerodinamico. Sia il telaio che
l'aerodinamica sono sovradimensionati
rispetto alla potenza, e il risultato è che si
possono raggiungere velocità in curva
impressionanti".
Non a caso quando sei salito sulla
F.Renault 3.5, probabilmente la più veloce
in curva tra le monoposto "cadette", non
hai avuto difficoltà...
"Esatto, la F.3 da questo punto di vista ti
prepara talmente bene che il passaggio su
macchine molto più potenti come la World
Series non ti spaventa, ti senti pronto ed
effettivamente... lo sei! Questo non vuol
dire che la F.Renault 3.5 all'inizio non mi
abbia impressionato, perché tra
aerodinamica e gomme il grip a
disposizione è pazzesco. La cosa più
difficile forse è rendersi conto quanto la
macchina ti permetta di spingere, perché
all'inizio è difficile da credere".
E com'è andata con la GP2?
"Ho avuto un grande feeling anche con
quella. A gomme nuove non è così diversa
dalla World Series, anche se si percepisce che
nel veloce c'è un po' di carico in meno e
quindi bisogna essere leggermente più cauti.
Ovviamente le cose cambiano con il passare
dei giri, perché il decadimento delle Pirelli è
completamente diverso da quello delle
Michelin. Però, come ho detto, a livello di
limite della macchina quando il pneumatico
è nuovo le due monoposto sono vicinissime".
In Dallara hai anche girato sul simulatore,
che esperienza è stata?
"Impressionante anche quella, soprattutto
quando ti rendi conto che il simulatore
Dallara è a livello di quelli di F.1, quindi
uno strumento assolutamente al top. A
differenza di altri piloti, io quando ci salgo
non soffro di 'mal di mare'. Certo, per
riprodurre le forze G di una monoposto
l'esapode si deve muovere tanto, e questo
inizialmente richiede un po' di adattamento,
ma dopo qualche giro il problema sparisce e
si pensa soltanto a guidare".
Massimo Costa
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