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«I giovani promettenti non abbondano.

Onestamente negli ultimi due anni abbiamo

avuto più difficoltà a invitare gratuitamente i

kartisti a girare. Non ci sono tantissimi nomi

entusiasmanti. Da noi però ne sono usciti alcuni,

anche se poi a livello di comunicazione sono

stati venduti come prodotti di altri vivai. Tutto

sommato in Formula 4 tre piloti, Drudi, Pulcini

e Russo, si sono messi in vista. Non voglio fare

una graduatoria, ma questi sono da tenere

sott’occhio. Poi tra i kartisti abbiamo altri due,

tre nomi. Sono usciti negli anni scorsi piloti

come Fuoco e Giovinazzi, che anche se hanno

beneficiato di budget offerti dalla Ferrari o da

stranieri, sono nati nel kart italiano, e poi sono

andati all’estero. I primi a metterli in macchina

siamo stati noi della scuola, e oggi stanno

facendo bene a livello di Formula 3 europea. Ci

sono ragazzi che hanno la fortuna di avere

finanziatori alle spalle ma anche altri che

meriterebbero e che purtroppo devono fare i

conti con la crisi economica. In Italia, inutile

nasconderselo, ci sono poche risorse».

I corsi federali così come sono strutturati

vanno bene o ha in mente qualche idea per

il futuro?

«La Federazione sta lavorando molto nel

reperimento di ulteriori risorse da mettere a

disposizione dei giovani piloti italiani, in modo

da poter investire con attività di formazione sui

kartisti. L’anno prossimo ci saranno piloti che

ora hanno 14 anni e si annunciano molto

interessanti da scoprire. Da parte mia auspico

che quello che la Csai sta facendo per i rally ‐ è

nato quest’anno ad aprile l’Aci Team Italia Rally,

una squadra nazionale ‐ si ripeta anche per il

settore velocità. Già stiamo cercando di capire

come si potrebbe impostare questa nazionale,

con quanti piloti. Se veramente nascesse questo

progetto, con qualche risorsa, penso che la

scuola potrebbe giocare un ruolo fondamentale

nella gestione dei programmi futuri».

Stefano Semeraro

Raffaele Giammaria

con Terenzio Testoni

della Pirelli