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3 La forza di Tatuus Le difficoltà imposte dall'emergenza Coronavirus hanno messo alla prova anche il mondo del motorsport e la factory lombarda, capace di rispondere al meglio. Il 2020 ha confermato che la forza di Tatuus è nelle sue persone, ed è questo il punto di partenza per le sfide del futuro, tecniche e sportive L'intervista/Giovanni Delfino by Jacopo Rubino P assione, competenza, determinazione. È servito tutto questo a Tatuus per uscire vincitrice dal 2020, un anno che passerà alla storia per la pandemia Coronavirus che ha colpito il pianeta, chiamando tutti a nuove sfide. Anche l’azienda lombarda, capace di reagire prontamente di fronte a restrizioni, cambi di programma e problematiche da superare non solo per sé stessa, ma per supportare tutti gli organizzatori e i campionati automobilistici di cui è fornitrice ufficiale. Al termine della stagione agonistica, si può dire che Tatuus abbia superato l’esame forse più impegnativo della propria avventura. È stata determinante la forza di tutti i suoi dipendenti, che non si sono mai arresi davanti agli ostacoli, come ha sottolineato orgogliosamente l’amministratore delegato Giovanni Delfino in uno dei passaggi di questa intervista. E già si lavora per il futuro. Giovanni, che anno è stato per Tatuus? I programmi fatti a gennaio, ovviamente, sono stati stravolti dall'arrivo della pandemia COVID‐19. "Lo definirei un anno impegnativo, che ci ha messo alla prova. Ci siamo trovati in una situazione che nessuno aveva mai vissuto, complicata sotto ogni aspetto. Tenendo d’occhio l’evolversi dell’emergenza sanitaria e rispettando i vari decreti che sono stati emanati, c’erano da gestire questioni aziendali, di personale, di logistica. Abbiamo dovuto fermare le attività in una fase cruciale, quella in cui solitamente ci prepariamo all’inizio di molti campionati in cui siamo coinvolti. Per fortuna, le varie categorie sono riuscite a ripartire, seppur con calendari modificati e posticipati all’estate, ad eccezione della W Series che ha preferito una pausa. Altrettanto fortunatamente, la pandemia è scoppiata quando ormai si erano chiusi i nostri campionati invernali, come la F4 degli Emirati Arabi, la F3 Asia e la Toyota Racing Series. Tutto questo senza dimenticare le problematiche legate alle singole nazioni, che hanno inciso nella revisione dei calendari. Come numero di eventi, in ogni caso, arriviamo al termine del 2020 più o meno alla pari con il 2019. Ma è chiaro non sia stato semplicissimo organizzare i trasferimenti di persone e materiali sui circuiti, e nemmeno la quotidianità in sede”. Quali sono state le sfide più grandi che Tatuus ha dovuto fronteggiare nel contesto determinato dal Coronavirus? Iniziamo dalla vita in sede. "Dentro l’azienda la missione principale è stata di tradurre in fatti le disposizioni dei DPCM, illustrandole nel dettaglio ai dipendenti, e cercando di renderle attuabili nel modo più semplice possibile. Oggi, siamo a regime, ma inizialmente non è stata così immediata la comprensione di tutto ciò che andava messo in piedi. Escluso il primissimo periodo, in cui anche noi abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione, allo smaltimento delle ferie, alla rotazione delle presenze in sede, abbiamo innanzitutto dovuto ragionare sul distanziamento sociale. Può sembrare banale, ma nella nostra struttura gli spazi sono relativamente ridotti, e fra tutti c’è molta interazione. Al personale abbiamo fornito tutto ciò che era necessario per consentire di proseguire l’attività, come i dispositivi di protezione individuale, le mascherine, gli schermi. E poi le sanificazioni, l’uso degli scanner e dei termometri”.

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