Tatuus iMagazine

4 Giovanni, che anno è stato per Tatuus? L'effetto della pandemia non si è esaurito, ma è sembrato tutto più normale. "Dal nostro punto di vista, a soffrire le conseguenze del Covid‐19 anche nel 2021 è stata solo la Toyota Racing Series, per le restrizioni molto severe volute dal governo della Nuova Zelanda. Altri campionati si sono invece adattati alla situazione, come ad esempio la F3 Asia che ha spostato il baricentro in Medio Oriente, peraltro con ottimi riscontri. Abbiamo comunque garantito sempre il nostro supporto, in loco o a distanza, quando purtroppo non ci è stato consentito di entrare in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti. Un margine di incertezza chiaramente è rimasto: si è verificato qualche cambiamento nei calendari, con annullamenti o addirittura cancellazioni, e qualche problema di logistica, fra protocolli, tamponi, costi di viaggio e trasporto saliti alle stelle. Per fortuna lavoriamo con promoter bravissimi, che hanno adottato tutti gli strumenti necessari per disputare regolarmente gli eventi, così da consentire a tutti i professionisti coinvolti di continuare a operare". L'esperienza maturata nel primo periodo della pandemia vi ha dato qualche arma in più? "Abbiamo la consapevolezza di saper reagire a situazioni che mutano di giorno in giorno, e siamo diventati più pronti a rispondere a questioni legislative e procedurali a cui in precedenza non eravamo preparati, ma semplicemente perché non era così necessario. Seguire protocolli tanto rigidi, però, toglie energie, oltre ad essere un danno economico non facilmente recuperabile. Speriamo quindi di archiviare questa parentesi al più presto: per noi come Tatuus, ma ovviamente per la popolazione in generale". Mentre i campionati ripartivano a pieno regime, compresa la W Series al fianco della Formula 1, in parallelo Tatuus ha vissuto un'altra gara: quella contro il tempo per lanciare la nuova Formula 4. "È stata senza dubbio la sfida più grande per noi, in questi mesi. Della

RkJQdWJsaXNoZXIy MjU2MTI=