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        ITALIANO RALLY
      
      
        ANTEPRIMA CIOCCO
      
      
        In carriera, il garfagnino ha vinto molto,
      
      
        moltissimo. Ma ancora ha la voglia di met-
      
      
        tersi in gioco su strade che frequenta da una
      
      
        vita. Perfezionista e infaticabile è pronto a
      
      
        dare la caccia a un ennesimo titolo tricolo-
      
      
        re. Perché correre è il suo mestiere, ma
      
      
        anche e soprattutto la sua passione. E a chi
      
      
        gli chiede se ancora non è stanco di passa-
      
      
        re ore, giorni, mesi, anni, nell’abitacolo di
      
      
        un’auto da corsa, risponde che no, non lo è.
      
      
        Spiega di non aver dimenticato i tanti sacri-
      
      
        fici che fatti per ritagliarsi uno spazio in
      
      
        questo mondo, ricorda le ore impiegate a
      
      
        cercare di mettere insieme il budget neces-
      
      
        sario per andare avanti e quelle passate a
      
      
        fare gli straordinari nel ristorante e nel-
      
      
        l’azienda di famiglia per avere poi il tempo
      
      
        per correre. “Mollare adesso – dice – sareb-
      
      
        be come tradire il mio passato”.
      
      
        
          - Per molti tuoi colleghi, sono tempi
        
      
      
        
          grami…
        
      
      
        “Verissimo. La crisi c’è e inevitabilmente si
      
      
        riflette anche nell’ambiente delle corse: la
      
      
        quotidianità costringe tutti a confrontarsi
      
      
        con problemi enormi e tutto si tinge di
      
      
        nero. E’ così per tutti, purtroppo”.
      
      
        
          - La storia insegna che i momenti dif-
        
      
      
        
          ficili stimolano i cambiamenti. Sarà
        
      
      
        
          così anche per il rallismo italiano?
        
      
      
        “Io lo spero proprio. Dopo che si è andati
      
      
        avanti per dieci anni a fare il massimo per
      
      
        allontanare il pubblico in nome della sicu-
      
      
        rezza, potrebbe veramente essere l’occasio-
      
      
        ne di rivedere tutto, dai percorsi alle auto:
      
      
        per ripartire è necessario che anche i rally
      
      
        si americanizzino, che le gare, pur senza
      
      
        naturalizzarsi, diventino uno show attraen-
      
      
        te per gli spettatori e i telespettatori. Per-
      
      
        ché, alla fine, chi deve scegliere dove inve-
      
      
        stire in pubblicità, fa molta attenzione alla
      
      
        presenza della gente, all’audience televisi-
      
      
        va e ai contatti sul web”.
      
      
        
          - Il bagno di folla che l’ultimo Monte-
        
      
      
        
          carlo ha offerto ai protagonisti del
        
      
      
        
          mondiale dimostra che la specialità ha
        
      
      
        
          sempre  appeal. Da noi, invece…
        
      
      
        “Il Montecarlo ha da sempre un suo fascino
      
      
        particolare e il fatto che sia tornato nel mon-
      
      
        diale ha richiamato decine e decine dimiglia-
      
      
        ia di appassionati che, con la loro presenza,
      
      
        hanno dato ai costruttori quella visibilità che
      
      
        giustifica certi investimenti. E’ stato un
      
      
        segnale forte che non può essere ignorato: il
      
      
        pubblico ci ha detto che non si può andare
      
      
        avanti scegliendo prove speciali poco o nien-
      
      
        te accessibili, non si puòpiù continuare a cor-
      
      
        rere solo dove bastano pochi commissari per
      
      
        tenere la situazione sotto controllo. Per ripar-
      
      
        tire, il criterio deve essere lo spettacolo”.  
      
      
        “
      
      
        Dopo che si è andati avanti per dieci anni 
      
      
        a fare il massimo per allontanare il pubblico in
      
      
        nome della sicurezza, potrebbe veramente 
      
      
        essere l’occasione di rivedere tutto, dai percorsi
      
      
        alle auto: per ripartire è necessario che anche 
      
      
        i rally si americanizzino, che le gare, pur senza
      
      
        naturalizzarsi, diventino uno show attraente per 
      
      
        gli spettatori e i telespettatori. Perché, alla fine, 
      
      
        chi deve scegliere dove investire in pubblicità, 
      
      
        fa molta attenzione alla presenza della gente,
      
      
        all’audience televisiva e ai contatti sul web
      
      
         ”
      
      
        PAOLO ANDREUCCI