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        GP SPAGNA
      
      
        WILLIAMS
      
      
        E’, anche, la consacrazione di un pilota  che dal suo arrivo
      
      
        nel Circus ha vissuto all’ombra dei suoi sponsor petroliferi.
      
      
        «Pastor era alla prima gara in cui aveva una chance di vit-
      
      
        toria, la prima in cui partiva dalla pole position», spiegaWil-
      
      
        liams. In quel momento la pressione è enorme. Non devi
      
      
        pensare a cosa diranno la tua mamma e la fidanzata, al
      
      
        podio, bisogna solo stare concentrati e non sbagliare. Ed è
      
      
        proprio quello che ha fatto Pastor». L’ultimo a portare alla
      
      
        vittoria unaWilliams inF.1, combinazione, era stato un altro
      
      
        sudamericano, ma decisamente diverso nello stile di guida,
      
      
        il colombiano Montoya. «Juan Pablo era più esuberante,
      
      
        Pastor più tranquillo. E’ uno che raramente perde il control-
      
      
        lo, e che accetta serenamente quello che succede. Chi dei
      
      
        due è il più veloce? Non lo so…». La festa spagnola dellaWil-
      
      
        liams ha rischiato di essere guastata dall’incendio scop-
      
      
        piato a fine GP nel garage della scuderia, che ha
      
      
        distrutto la vettura di Senna e danneggiato grave-
      
      
        mente molto materiale, ma il “giorno meravi-
      
      
        glioso” di Maldonado non è stato bruciato dal-
      
      
        lo spavento. «E’ un giorno bellissimo per
      
      
        me, per noi e per tutto il Venezuela», ha
      
      
        detto Maldonado, il primo driver del
      
      
        suo Paese ad essere salito sul gradi-
      
      
        no più alto del podio in F.1. «Quando mi sono trovato
      
      
        dietro Alonso ho pensato ad amministrare le gomme, anche
      
      
        il piccolo problema nell’ultimo pit non ha provocato grossi
      
      
        danni. La macchina è competitiva, e ora con le distanze così
      
      
        ridotte fra un team e l’altro tutto è possibile. Il merito è del-
      
      
        la mentalità diversa, tutto nel team e in fabbrica è cambia-
      
      
        to». Tutto tranne una cosa. L’orgoglio, la fiducia, la tenacia
      
      
        molto britannica con cui il vecchio Frank ha tenuto ferma
      
      
        la barra anche in mezzo alla tempesta. «Non abbiamo mai
      
      
        smesso di credere in noi stessi». Bentornata, Williams.