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FORMULA 1
BERNIE ECCLESTONE
Il 2012 è stata una stagione fantasti-
ca. Ha offerto di tutto: sorprese,
imprevedibilità e una lotta per il tito-
lo conclusa solo sul filo del traguar-
do. Dopo tanti anni passati in F.1, c’è
qualcosa che è riuscito a sorpren-
derla ancora nel 2012?
«
Mi ha sorpreso che la Ferrari non sia riu-
scita ad essere più competitiva. E mi ha
sorpreso che la McLaren sia incorsa in così
tanti problemi tecnici. Dal lato positivo, è
stata una ottima stagione per l’audience
televisiva – il pubblico l’ha accolta in
maniera fenomenale. Siamo stati anche in
un luogo nuovo per la F.1 come Austin, e
abbiamo trovato una organizzazione per-
fetta. Al momento tutto va alla grande, in
F.1».
Ci sono parecchi nuovi piloti che
promettono bene. C’è qualcuno su
cui scommetterebbe per il futuro?
«
Ce ne sono tanti di bravi, al momento, ma
non si può mai sapere quanto bravi sono
davvero finché non hanno a disposizione
una buona macchina. Potrebbero essere
persino migliori di quanto sembrano ades-
so».
Crede che Vettel sia in grado di bat-
tere il record di sette mondiali vinti
che appartiene a Schumacher?
«
Difficile. Non è una cosa facile vincere
sette mondiali. Sebastian non è nemmeno
a metà strada. Dipende da quanto si man-
terrà competitivo il suo team, oppure da
quanto gli altri si dimostreranno incapaci.
Schumacher ha vinto i suoi cinque titoli
alla Ferrari perché la Ferrari è stata più
brava dei suoi avversari, e al momento lo
stesso vale per la Red Bull. Ma non si può
sapere per quanto ci riusciranno ancora.
Aspettiamo e vedremo».
C’è un nuovo documentario, intito-
lato «1», che racconta come è nata la
F.1 moderna, nel quale Lord
Hesketh, l’ex-proprietario della
Hesketh Racing, racconta di una riu-
nione fra i dieci team principal, fra i
quali c’era anche lei, durante la qua-
le lei offrì agli altri una quota dei
diritti tv che aveva appena compra-
to. Lord Hesketh parla di nove scioc-
chi seduti attorno ad un tavolo, poi-
ché nessuno allora si rese conto del-
l’importanza della sua offerta. Qual
è il suo parere, oggi? Furono davve-
ro così sciocchi?
«
Be’, quello che penso è che tutti insieme
eravamo coinvolti, e che dovevamo cerca-
re di far funzionare insieme la cosa. Que-
sta era l’idea dietro l’offerta».
Fu sorpreso quando gli altri la rifiu-
tarono?
«
A dire il vero no. In effetti erano un po’
sciocchi. Ma non dimenticate che io mi
assunsi tutti i rischi, e se non fossi stato
capace di mandare avanti la faccenda sarei
stato l’unico a finire nei guai. Forse a quel
tempo avevano ragione».
Guardiamo al futuro. Cosa vorrebbe
cambiare?
«
In verità, niente. Dobbiamo capire che
facciamo parte del mondo dello spettaco-
lo, e quest’anno siamo stati in grado di
dare spettacolo. Tutti gli sport oggi fanno
parte dello show business, ed è un perico-
lo per lo sport se la gente inizia a dimenti-
carselo».
Lei ha aggiunto una nuova tappa al
calendario ogni anno nelle ultime
quattro stagioni. Sarà così anche in
futuro?
«
Sì. Credo che il nuovo grande palcosce-
nico sarà la Russia. Poi dovremo fare in
modo che New York riprenda in conside-
razione la F.1. Ci sono un sacco di affari
rimasti in sospeso, non ho certo tempo da
perdere pensando alla pensione! Guarda-
te alla corsa di Austin: è stata fantastica.
Tutti sono d’accordo sul fatto che il ritor-
no della F.1 negli Usa sia stata una gran-
de cosa. Forse gli europei si saranno dati
una svegliata, invece di pensare che le cor-
se siano un diritto divino. Quando gli
europei faranno bene il loro lavoro, noi
saremo contenti di rimanere a correre in
Europa».
Lei va a quasi tutti i GP. Evidente-
mente ha molti interessi commer-
ciali da curare, ma si considera
ancora un fan della F.1?
«
Io sono ancora un fan della F.1. Probabil-
mente il guaio è che ho compiuto tanti sfor-
zi per rendere la F.1 ciò che è ora, che la con-
sidero come una figlia e voglio aver cura di
lei. Prima o poi ci servirà una babysitter.
Ma quando? Chi può dirlo. Io per ora mi
sento in grande forma…».