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        FORMULA 1
      
      
        IL CASO
      
      
        L’IPOCRISIA DEI TEAM
      
      
        I FANS MAI CONTENTI
      
      
        Lepolemiche sullegomme sononote, nonè il casodi ripercorrerne
      
      
        nei dettagli la cronologia un po’ irritante. Però, è bene sottolineare
      
      
        come in materia si sia sprecata una dose abbondante di ipocrisia.
      
      
        Le gomme a scadenza rapida l’ha voluta chi la F.1 la gestisce (ed
      
      
        Ecclestone lo ha ammesso, mettendoci stavolta onestamente la
      
      
        faccia), la Pirelli probabilmente ha esagerato in zelo nello svolgere
      
      
        il compito, ma va anche aggiunto che, in assenza di test adeguati,
      
      
        non ha potuto sviluppare al meglio il suo prodotto. Gli alti lamenti
      
      
        della Red Bull e dei piloti, anche a volerli prendere dalla parte giu-
      
      
        sta, lasciano un po’ il tempo che trovano, e gli appassionati fareb-
      
      
        bero bene a riflettere su cosa vogliono. Quando la F.1 annegava
      
      
        nella noia, tutti si lamentavano dello scarso spettacolo, il DRS e le
      
      
        gomme-mozzarella sono state introdotte per ovviare il problema.
      
      
        E’ vero chemortificano il talento dei piloti, inteso in senso più tra-
      
      
        dizionale – perché c’è chi sostiene che anche saper amministrare
      
      
        l’usura della vettura in fondo è una qualità da non trascurare –ma
      
      
        se si vuole essere onesti urge scegliere: o gare brutte,ma rispettose
      
      
        dellospiritosportivovecchiostile, obellegare “inquinate” e “dopa-
      
      
        te” da espedienti tecnologici posticci.
      
      
        SQUADRE DIVISE
      
      
        FUTURO INCERTO
      
      
        Il Testgate invece è il sintomo di tutto quello che non va nella F.1
      
      
        di oggi. Un regolamento discutibile che abolisce (o riduce quasi
      
      
        a zero) i test, ma che viene apertamente e inopinatamente violato
      
      
        dal fornitore di gomme e da una delle squadre; una federazione
      
      
        internazionale che non si accorge – o finge di non accorgersi –
      
      
        della infrazione, ma che poi  chiede conto del misfatto anche a
      
      
        chi ne ha subito le conseguenze (la Ferrari). E soprattutto deci-
      
      
        sioni che latitano, che vengono rimandate, che rischiano o di sov-
      
      
        vertire il senso intero del campionato in corso d’opera, oppure di
      
      
        confermare i sospetti di chi immagina un inciucio. Un giallo che
      
      
        si sta trasformando in commedia, una F.1 che naviga a vista senza
      
      
        più una guida salda, nella perenne divisione fra i teamche rischia
      
      
        di diventare secessione di fatto anche per colpa della recessione.
      
      
        Come spiega bene VijayMallya nell’intervista che trovate su que-
      
      
        sto numero, il Circus deve soprattutto prendere una decisione:
      
      
        se immaginarsi un futuro in cui a correre siano tre-quattro grandi
      
      
        team in grado di allestire tre macchine ciascuno, o prevedere la
      
      
        sopravvivenza anche dei team indipendenti, riducendo drastica-
      
      
        mente i costi.