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IRCUP
PREALPI OROBICHE
Guido Rancati
Girare pagina, buttarsi dietro le spalle il fattaccio di
San Martino di Castrozza e ritrovare il gusto di cor-
rere. Matteo Gamba lo fa sulle strade di casa, quelle
del Prealpi Orobiche usando per la prima volta in
carriera una vuerrecì. E’ una delle Xsara della d-
max, quella che il bergamasco si concede per prova-
re soprattutto a sé stesso di avere ancora le motiva-
zioni giuste per essere protagonista. Non è la più bel-
la del reame, quella che ha fra le mani, è una vettura
che nella serie iridata correva (e vinceva) nella pri-
ma metà del primo decennio del millennio. Ma gli
basta – e pure gli avanza – per togliere in fretta a
Felice Re ogni voglia di duellare con lui.
Gran macchina”, dice a cose fatte il dominatore del
fine settimana bergamasco. E’ quello che aveva det-
to dopo averla assaggiata per qualche decina di chi-
lometri e che aveva ripetuto dopo le prime tre prove
speciali del sabato, quando era già piuttosto chiaro
che nessuno era più in grado di contrastarlo. A quel
punto, fuori fin dalla sera prima Alessandro Perico,
l’altra guest star al via del secondo appuntamento
stagionale dell’International Rally Cup, fuori pure
Corrado Fontana, appiedato dalla rottura di un
braccetto della sospensione della sua Focus dopo un
paio di chilometri appena della Selvino, anche il
comasco con la C4 aveva sotterrato l’ascia di guerra
e rinunciato a inseguire la vittoria per pensare solo
a intascare quei punti necessari a guardare avanti
con una certa serenità. “Tanto – aveva spiegato sen-
za giri di parole – sarebbe assai difficile andare a
prenderlo”. Analisi realistica, quella di Re. Che
Gamba s’è incaricato di confermare nella seconda
parte della gara, quando i capricci del tempo hanno
complicato la vita a protagonisti e comprimari. Per-
ché si sa che è proprio quando il gioco si fa duro che
i duri cominciano a giocare.
SPERANZE IN FUMO
PER PERICO
Prima di tutto, i fatti. Dopo un paio di giri a ritmo indiavolato sul
tracciato franciacortino, la Fiesta Wrc dell’A-Style usata da Alessan-
dro Perico comincia a lasciare dietro di sé una scia di fuoco. Metro
dopo metro, giro dopo giro, le fiamme aumentano e quando il ber-
gamasco finisce la quarta delle cinque tornate, il direttore di gara fer-
ma lui e gli altri con la bandiera rossa. La compatta dell’Ovale Blu si
arresta davanti ai box e gli uomini del servizio anti-incendio hanno
buon gioco a controllare la situazione, a evitare che dell’auto restino
solo lamiere e cenere.
Fosse successo lungo una prova speciale classica o anche solo se mi
avessero lasciato continuare, l’auto sarebbe bruciata completamen-
te”, ammette il pilota. I suoi rincarano la dose e informano che, non
l’avesse fatto il direttore di gara, si sarebbero lanciati loro oltre il
muretto per fermare il proprio pilota.
Un rapido controllo permette di scoprire che l’incendio non ha pro-
curato grandi danni: basterebbe sostituire la cuffia di un semiasse e
tornerebbe pimpante come prima. Perico vorrebbe continuare, lo
farebbe se anche a lui venisse attribuito il tempo imposto. Insomma,
se potesse ripartire con le stesse possibilità di vincere di Matteo Gam-
ba, di Felice Re e degli altri che hanno “subito” lo stop. Invece gli
sportivi decidono di considerarlo ritirato e lo informano che per con-
tinuare dovrebbe aggrapparsi al SuperRally e ripartire con quasi cin-
que minuti sul groppone. Troppi anche per sognare di vincere.
Come sempre, non tutti sono d’accordo con la decisione adottata. Ma
il pieno di consensi non ci sarebbe stato neppure se la scelta fosse
stata diversa.
Felice Re e Mara Bariani
secondi al traguardo