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          1955 : LANCIA-FERRARI D 50
        
        
          All’indomani della tragica scomparsa di
        
        
          Alberto Ascari, che nel frattempo aveva
        
        
          lasciato Maranello, la squadra corse Lancia
        
        
          decide di abbandonare le competizioni
        
        
          agonistiche e cedere la sue monoposto,
        
        
          denominate D50, alla Scuderia Ferrari. Si
        
        
          tratta di un progetto assai innovativo per
        
        
          l'epoca, per certi versi rivoluzionario. Per
        
        
          migliorare l’aerodinamica e la maneggevo-
        
        
          lezza del mezzo meccanico, i serbatoi car-
        
        
          burante vengono intubati in apposite care-
        
        
          nature e montatati a ridosso dell'abitacolo.
        
        
          Questa dislocazione ottimizza il comporta-
        
        
          mento della vettura a pieno carico o con
        
        
          serbatoi semi vuoti e rende competitiva la
        
        
          D50 sia ai circuiti misto-lenti, che sui trac-
        
        
          ciati velocissimi. Nel 1956 i piloti del Caval-
        
        
          lino non hanno avversari. A fine anno, con
        
        
          tre vittorie all’attivo (Argentina, Gran Bre-
        
        
          tagna e Germania), l’argentino Juan
        
        
          Manuel Fangio si laurea per la quarta volta
        
        
          campione del mondo, precedendo il britan-
        
        
          nico Stirling Moss, ed il compagno di squa-
        
        
          dra Peter Collins, primo a Silverstone e a
        
        
          Spa.
        
        
          1958 : FERRARI DINO 246 F1
        
        
          La 246 del 1958 è l'ultima Ferrari da Gran
        
        
          Premio amontare ilmotore anteriore, fede-
        
        
          le al credo di Enzo Ferrari secondo il quale
        
        
          "...i buoi tirano il carro, non lo spingono".
        
        
          Alla realizzazione del 6 cilindri a V di 2.500
        
        
          cc che equipaggia questo modello, parteci-
        
        
          pa attivamente anche lo sfortunato figlio di
        
        
          Enzo Ferrari. Alla sua scomparsa, in suo
        
        
          onore, il nome DINO viene impresso sulle
        
        
          testate del nuovo propulsore. Non è
        
        
          comunque il motore l’arma vincente della
        
        
          246 F1. La Ferrari del 1958 si impone in vir-
        
        
          tù di una buona maneggevolezza e soprat-
        
        
          tutto per una grande affidabilità. All’inglese
        
        
          Mike Hawthorn, che a fine stagione si lau-
        
        
          reerà campione del mondo, basta infatti
        
        
          una sola affermazione (il Gran Premio di
        
        
          Francia), ed una serie di brillanti piazza-
        
        
          menti (cinque secondi posti, un terzo, un
        
        
          quinto e cinque giri veloci,ognuno dei quali
        
        
          vale un punto nella classifica iridata) per
        
        
          avere lameglio su StirlingMoss e Tony Bro-
        
        
          oks, l’agguerrita coppia dei piloti Vanwall.
        
        
          1958 : FERRARI DINO 246 F1
        
        
          1955 : LANCIA-FERRARI D 50
        
        
          1953 : FERRARI 500 F2
        
        
          1952: FERRARI 500 F2