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          FORMULA 1
        
        
          GP BRASILE
        
        
          A spingerlo a correre è stato «il gusto del pericolo,
        
        
          quel retro-pensierodabrividoche ti seduce.Hosem-
        
        
          pre amato le curve veloci, è lì che ho dato il mio
        
        
          meglio. Però non mi piace quando correre diventa
        
        
          una lotteria, con le gomme che si disfano o quando
        
        
          c’è troppopioggia. Nondico chenon si debba correre
        
        
          se la situazione è difficile, perché lì viene fuori la qua-
        
        
          lità del pilota; ma se si oltrepassano certe condizioni
        
        
          il talento non conta più, diventa una lotteria, e allora
        
        
          non mi piace».
        
        
          Le occasioni di provare brividi veri non gli
        
        
          sono certe mancate, in tanti anni: «Sia a
        
        
          Valencia sia a Le Mans, durante i miei
        
        
          peggiori incidenti, ho vissuto espe-
        
        
          rienze strane. Tutto succede al
        
        
          rallentatore, hai il tempo di
        
        
          pensare a tante cose. A
        
        
          mia madre, a mia
        
        
          sorella, alla mia
        
        
          c o m p a g n a
        
        
          Ann. Non
        
        
          a mio
        
        
          padre, perché sapevo che avrebbe sopportato il col-
        
        
          po. A Le Mans mi dissi: eccomi, è giovedì, è notte,
        
        
          sono ancora giovane ma forse non sopravviverò a
        
        
          questo incidente, forse fra poco non ci sarò più. Ave-
        
        
          vo voglia che finisse tutto in fretta, non volevo sof-
        
        
          frire. Del resto le corse sono fatte così, non si tratta
        
        
          di giocare a pallone. E il coraggio e l’incoscienza non
        
        
          c’entrano, è solo uno dei parametri del nostro
        
        
          mestiere».
        
        
          Dalla Red Bull si porterà la lezione Adrian Newey,
        
        
          «Un genio vero, che non si affida solo ai calcoli del
        
        
          suo computer, ma che conta molto su quello che
        
        
          dicono i piloti, si fida di noi e ci prepara
        
        
          vetture che sono almassimo inqualsia-
        
        
          si dettaglio». Dal ritorno all’endu-
        
        
          rance si aspetta «di divertirmi con
        
        
          macchine belle, sofisticate, rapi-
        
        
          de. E di vincere, perché con la
        
        
          Porsche inizieremo un nuovo
        
        
          programma. E poi se smettessi
        
        
          di correre adesso Ann si anno-
        
        
          ierebbe, e io sicuramente mi
        
        
          ammalerei».