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            Stefano Semeraro
          
        
        
          Un podio che è come dire: io non mi arrendo. Non
        
        
          me ne vado di qui, vi resto attaccato. Vimordo le cavi-
        
        
          glie. Rallenterete, prima o poi. Prima o poi toccherà
        
        
          anche a me. Il terzo posto di Fernando Alonso a San
        
        
          Paolo, il primo dopo quello di Singapore, è stato un
        
        
          capolavoro di ferocia e di tigna, di killer istinct e di
        
        
          orgoglio. Due volte secondo, due volte superato, ma
        
        
          stavolta non umiliato dalla Red Bull. Neanche un pit-
        
        
          stop da 13 secondi, con le due monoposto che si
        
        
          ingarbugliavano nello stesso box, è riuscito a incep-
        
        
          pare la doppietta degli avversari, ma a Nando impor-
        
        
          tava mettere la zampata. Far sentire che lì c’è anche
        
        
          lui. «In partenza, se non fossi rimasto bloccato…»,
        
        
          mimava sul podio a Vettel, facendogli capire che la
        
        
          storia non finisce qui. Che l’anno prossimo, Rossa
        
        
          permettendo, si ricomincia dalla stessa battaglia.
        
        
          «Sebastian nella leggenda? Ci entrerà quando riusci-
        
        
          rà a vincere anche con una macchina uguale a quella
        
        
          degli altri – aveva dichiarato in una intervista alla
        
        
          BBC prima del GP brasilero – ma se invece in futuro
        
        
          dovesse finire quarto o magari anche più indietro, a
        
        
          questi quattro Mondiali si guarderà con occhi diver-
        
        
          si». Un’unghiata, per graffiare quattro anni di scon-
        
        
          fitte incassate, subite, mai veramente digerite. In
        
        
          Brasile, fin dalla qualifica, Alonso ha voluto dimo-
        
        
          strare che il vecchio smalto da campeon è sempre lì,
        
        
          in gara non poteva fare di più. Sperava nell’acqua,
        
        
          non è arrivata. «Pazienza, anche se pareva dovesse
        
        
          cadere da unmomento all’altro. Fosse arrivata anche
        
        
          in gara, come al sabato, avremmo ridotto il gap con
        
        
          le Red Bull. Alla partenza non mi è andata bene, mi
        
        
          sono ritrovato bloccato sia all’esterno sia all’interno,
        
        
          però dopo aver passato Hamilton e Rosberg ho potu-
        
        
          to fare una gara all’attacco. E’ stato comunque
        
        
          importante finire il Mondiale con un acuto. Ripartia-
        
        
          mo da un podio, e l’anno prossimo molte cose cam-
        
        
          bieranno, noi ci siamo avviati inuna nuova direzione,
        
        
          speriamo ci attenda un cammino positivo. Io guardo
        
        
          avanti».
        
        
          Avanti lo attende anche la convivenza conKimi Raik-
        
        
          konen, «quello che non parla con nessuno», come lo
        
        
          definisce Massa. Nel 2014 dovrà lottare con un
        
        
          avversario in più Alonso, o meglio, con un avversario
        
        
          in più al fianco, senza più la certezza di essere il lider
        
        
          maximo del team. Il suo exploit non è bastato a ripor-
        
        
          tare la Ferrari al secondo posto nel Mondiale, e anche
        
        
          se Stefano Domenicali ha avuto comunque parole di
        
        
          elogio per lui («una gara fantastica, su una Ferrari
        
        
          molto aggressiva») è chiaro che l’anno prossimo le
        
        
          sconfitte onorevoli, i “più di così non potevamo”,
        
        
          dovranno uscire dal vocabolario di Maranello. E pro-
        
        
          prio in vista di questo obiettivo fino a Natale di
        
        
          vacanze se ne parlerà poco. «SottoNatale ci sono tan-
        
        
          ti appuntamenti con gli sponsor e tante feste con tutti
        
        
          quelli che lavorano con noi – ha spiegato Nano – ma
        
        
          noi ne approfitteremo per lavorare al simulatore.
        
        
          Sarò anch’io in Italia, almeno fino al 21 di dicembre
        
        
          non ci fermeremo». Tempo di semina, sotto il grande
        
        
          freddo di quest’anno disgraziato.