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FORMULA 1
RED BULL
pletamente fuori luogo, nel qual caso è lecito dare
battaglia e difendere le proprie posizioni». Realismo,
con giudizio. E un discorso fatto apposta per chiari-
re le cose all’inizio di una stagione che in Red Bull si
presenta meno “unilaterale” delle ultime. «Non pia-
ce a nessuno sentirsi dire di farsi da parte - ha con-
tinuato l’australiano - non piace a nessuno essere
sullamacchina più lenta. E’ frustrante. Io e Sebastian
ci conosciamo bene, sappiamo batterci anche dura-
mente e ce lo siamo anche detti. Io voglio avere di
fronte il miglior Vettel, lui vuole che io sia al meglio,
fra noi c’è rispetto. Sotto sotto, è ovvio, a nessuno
piace perdere. Se Seb dovesse fare meglio di me que-
st’anno mi dispiacerebbe, ma lo riconoscerei e gli
farei i complimenti». E Seb - è l’evidente corollario
- dovrebbe fare lo stesso con lui. Senza ribellarsi agli
ordini di squadra, senza invocare preferitismi. Bel-
lo. Ma difficile. Un po’ come domare un drago, o un
animale selvaggio.
Stefano Semeraro
Tanta voglia di (ritornare a) vincere. E qualche mal
di pancia. Alla Red Bull, Sebastian Vettel e Daniel
Ricciardo vivono sentimenti diversamente tesi, si
studiano, si guardano da lontano. Si preoccupano. Il
quattro volte campione del mondo è decisamente
contrariato da come si è messa la stagione, dal cam-
bio di regolamenti che ha sottratto ai “blu” il domi-
nio tecnico. Lo aveva detto alla vigilia del Mondiale,
l’ha ripetuto anche nei giorni scorsi: i motori turbo,
le power unit da gestire più che da spremere, gli piac-
ciono pochissimo. «Il nostro sport ha la reputazione
di essere rumoroso e pericoloso, oggi il rischio è di
tradire l’essenza della F.1 - ha dichiarato a Focus -.
Avrei preferito guidare un V10 o un V12 con 1000
cavalli. Voglio la potenza, voglio guidare vetture che
siano al massimo della velocità possibile, voglio ave-
re la sensazione di dover domare un drago o un ani-
male selvaggio. Rispetto all’anno scorso questo tipo
di sensazione è molto calato, inoltre la vettura non si
comporta come vorrei, nelle frenate prima delle cur-
ve ad esempio non mi sento a mio agio».
Romanticismo, o semplice rimpianto dei bei tempi -
neanche passati da tanto - in cui era lui a poter sfrut-
tare un’«astronave» decisamente superiore alla con-
correnza, come ora capita a Lewis Hamilton e Nico
Rosberg con laMercedes?Unpo’ di frustrazione sicu-
ramente c’è. Aumentata dalle ottime prestazioni di
Ricciardo, che oggi è sesto in campionatoma che sen-
za la squalifica in Australia sarebbe terzo dietro i due
della Mercedes. E che dopo la mezza “ribellione” di
Vettel in Bahrain si è messo sul chi vive. Ha capito
che Vettel non è affatto stanco di vincere, e un filo di
paura di fare la fine di Webber, sacrificato ai deside-
ri del beniamino di casa, ce l’ha. Quindi alla vigilia di
Barcellona ha deciso di mettere i puntini sulle i.
«Con gli ingeneri io e Sebastian studiamo tutti i pos-
sibili scenari», ha detto «e sono loro che fanno i cal-
coli, quindi è dovere di noi piloti dare retta a ciò che
ci viene detto dal muretto: a patto che non sia com-
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