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FORMULA 1
GP SINGAPORE
Stefano Semeraro
E' destino, alla Ferrari non ne va giusta una.
A Singapore finalmente le F14-T sembra-
vano aver recuperato terreno in qualifica,
per la gara c'era la concreta speranza di sca-
lare il podio, ma stavolta ci si è messa di
mezzo la safety-car. Diciotto interminabili
minuti (a proposito, ma non si poteva fare
diversamente e meglio? ) durante i quali i
commissari di gara hanno affannosamente
recuperato le briciole di alettone sparse sul
tracciato da Sergio Perez, e che hanno rovi-
nato i calcoli al muretto della Ferrari. Alon-
so era partito con il fuoco addosso, sorpas-
sando Vettel e Ricciardo, ma finendo lun-
go alla prima chicane. Per evitare una san-
zione aveva poi restituito la posizione a
Sebastian senza aspettare che glielo chie-
dessero, poi grazie al pit-stop anticipato da
Vettel e a un giro dei suoi si era ritrovato
secondo. «Avevamo impostato una buona
strategia – ha raccontato Fernando, che
dopo il primo stint aveva montato le super-
soft – perché eravamo secondi e stavamo
guadagnando sul terzo». L'attacco però,
non è riuscito proprio per l'ingresso in pista
della safety-car, e a quel punto Alonso è
rientrato per montare gomme più dure ed
è stato poi sorpassato dalle due Red Bull –
che hanno scelto di rischiare le due soste -
al momento del terzo stop. «La safety-car
probabilmente è entrata nel momento peg-
giore per noi – ha continuato lo spagnolo -
se non avessimo fatto il pit-stop avremmo
dovuto aprire un gap di almeno 27 secon-
di, perché eravamo con le supersoft.
Hamilton ci è riuscito, ma lui aveva un pas-
so migliore del nostro di due secondi al
giro, noi non ce l'avremmo fatta. Alla fine
credo sia stata la strategia giusta, se fossi-
mo rimasti in pista la sosta per le soft ci
sarebbe costata più posizioni». Anche se,
bloccato dietro a Ricciardo, Alonso ha visto
sfumare il podio arrivando quarto a 14
secondi ha Hamilton. «Con il senno di poi
è facile chiedersi come sarebbe andata se
non avessi commesso l'errore in partenza e
se la safety-car non fosse entrata proprio in
quel momento, nel complesso sono soddi-
sfatto del weekend perché ci siamo dimo-
strati competitivi e abbiamo lottato con i
migliori. A Suzuka avremo un quadro più
chiaro di dove siamo».
Marco Mattiacci ha avuto parole di apprez-
zamento per la capacità di reazione della
squadra dopo il disastro di Monza, la nota
stonata è arrivata ancora una volta da Raik-
konen, con un insipido ottavo posto. «La
mia partenza è stata buona – ha spiegato
Kimi – ho recuperato un paio di posizioni
e tutto stava andando bene. Dopo la prima
sosta ho perso una posizione da Massa, e
da quel momento in poi sono rimasto bloc-
cato dietro una delle due Williams per tut-
ta la gara. Tutte le volte che mi avvicinavo
perdevo carico aerodinamico sul posterio-
re. Peccato, non mi sono mai trovato nella
condizione di fare la mia gara, anche se
sapevamo che sul rettilineo loro sono più
veloci. Non mi accontento di questo ottavo
posto, ma si sono visti dei miglioramenti e
sono sicuro che da oggi in poi le cose
andranno meglio». Peggio, onestamente
sarebbe difficile.
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