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F.4 ITALIA

Il personaggio

Aldo, come procede questa stagione su due fronti?

Nel campionato italiano sta andando davvero bene, con un conti-

nuo crescendo dimostrato dai risultati di questi primi tre appunta-

menti. Penso ci sia margine per migliorare ancora ed essere

costantemente nel gruppo di vertice. Con prestazioni al livello di

Vallelunga, possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni. Parlando

del campionato francese, abbiamo avuto più difficoltà del previsto,

riuscendo a raccogliere soltanto pochi punti. Forse pesa la mia ine-

sperienza con la macchina, ma ci sono state anche questioni orga-

nizzative a rendermi complicata la vita. Per questo ci

concentreremo maggiormente sulla serie italiana".

Dicevi di Vallelunga, dove hai festeggiato il tuo primo podio in

monoposto. Una bella soddisfazione, vero?

"Assolutamente. È stato molto emozionante, considerando so-

prattutto che il 2016 si è rivelato invece un anno piuttosto duro.

Certo, trovandomi in lotta là davanti mi è dispiaciuto un po' non

essere riuscito a vincere, ma sono comunque felice: portare a casa

una coppa dopo tante difficoltà fa sempre piacere".

Quest'anno corri con il team DR Formula di Danilo Rossi. Per te

cosa è cambiato rispetto al 2016 con Mucke, una compagine

straniera?

"Nel karting ero all'interno di una scuderia inglese, e da quel punto

di vista mi sono trovato benissimo. La scelta del team Mucke era

nata da un mio ex meccanico andato a lavorare lì, e nel primo test

avevo subito avuto una buona intesa con la macchina e con gli in-

gegneri. Da esordiente, e senza la guida di un manager, mi sono

basato sui risultati che la squadra stava ottenendo. Avevamo scelto

di non fare prove con altri team, ma si è dimostrato un errore. Sono

venute fuori varie problematiche che per il 2017 ci hanno convinto

a cambiare".

Dicevi di non essere seguito da un manager. Di fatto è tuo padre

a ricoprire questo ruolo.

"Quando ho iniziato a provare in Formula 4 non avevo neppure un

coach, come accade invece adesso. È una persona di grande espe-

rienza, che sa darmi consigli molto preziosi come avvenuto ad

esempio nella scelta del team".

In questo anno e mezzo, insomma, hai capito di più su come ci

si muove al di fuori dei circuiti.

"Ho capito che ci sono vari parametri da considerare quando si

sceglie un team o in generale si prendono certe decisioni, al di là

della singola prestazione. Qualcosa di cui ci si rende conto sola-

mente con l'esperienza. Ho fatto tesoro della lezione, andremo

avanti".

Stai quindi pensando a dove potresti essere nel 2018?

"Quello che stiamo immaginando è il passaggio ad una categoria

superiore. Se riuscissi a essere convincente in F4, proseguendo

sulla strada che abbiamo intrapreso, ci potremo pensare in modo

più serio. Al momento, in ogni caso, non ne abbiamo ancora di-

scusso concretamente".

A questo punto che obiettivo hai per il campionato italiano?

"Vorrei confermare i risultati di Vallelunga, perché come dicevo,

in questa maniera potremo giocarci qualcosa di significativo.

Questo anche perché nei primi tre weekend abbiamo visto

molti alti e bassi nelle prestazioni di tutti i piloti, senza che ci

fosse un vero dominatore. Il livello è altissimo, credo che tutti

i favoriti stiano facendo un ottimo lavoro. Io penso a far bene

gara per gara, senza guardare troppo lontano".

Torniamo invece sulla F4 francese. La tua è stata una scelta par-

ticolare, in un contesto molto diverso. Ad esempio, lì non ci sono

scuderie.

"È un campionato molto formativo, si affrontano situazione che

magari non si presentano nell'Italiano. La mia scelta è stata moti-

vata dai primi test che a fine 2016 erano stati positivi, inoltre si

tratta di una categoria low-cost e con la promessa di essere messi

tutti sullo stesso piano. È stata d'aiuto per la mia formazione e per

sviluppare la mia visione di gara, ma è dura per il morale trovarsi

in difficoltà persino a fare punti, quando in Italia riesco a stare nella

top 5".

Hai intanto avuto il piacere di correre su due circuiti mitici come

Pau e Spa.

"Sono entrambi meravigliosi, l'adrenalina che ti dà un cittadino

come Pau è incredibile. Devo dire di essermi sentito parecchio a

mio agio qui, tanto che in gara 2 avevo fatto segnare il giro più ve-

loce. Spa è ovviamente una delle piste più belle al mondo, seppur

la F4 non sia forse la vettura più adatta per apprezzarla al massimo:

il tempo di percorrenza è sui due minuti e mezzo, quasi la metà in

rettilineo. È un circuito comunque da imparare, e sono contento

di aver avuto l'occasione di esserci".

A livello di guida, cosa cambia tra le due monoposto? Sono chia-

mate entrambe F4, ma non sono poi così simili.

"È vero, ci sono grandi differenze. La F4 francese (Signatech-Re-

nault, ndr) è senza dubbio meno performante, anche se i cavalli

sono quasi gli stessi. C'è però un maggiore carico aerodinamico,

mentre la frenata richiede una pressione inferiore. Bisogna inoltre

essere particolarmente precisi con lo sterzo, la vettura è molto

‘puntata’ all'anteriore e basta girare poco il volante anche nel per-

correre un tornantino. Nel complesso sono due macchine che dif-

feriscono da ogni punto di vista, ma entrambe posso insegnare

qualcosa e questo può aiutarmi a maturare inmodo più completo".

In Francia chi hai trovato come avversari più talentuosi, o col

maggiore potenziale?

"Direi Victor Martins, che viene direttamente dal karting. Lo scorso

anno aveva già disputato un weekend, ma questa è la sua prima

stagione intero ed è riuscito subito a vincere. Penso poi ad Arthur

Rougier, che dopo qualche difficoltà iniziale ha recuperato benis-

simo e a suon di successi ora comanda la classifica. A mio parere

è molto bravo anche Casper Roes, danese, che ha avuto però le

mie stesse difficoltà".

E nella F4 italiana, al di là della classifica?

"Bella domanda. Penso che un rivale davvero tosto sia Job van Ui-

tert, perché è al terzo anno di F4, e ha grande convinzione nella

guida. Considero temibile pure il mio compagno di squadra Artem

Petrov, ha messo in mostra grande freddezza in momenti dove

altri piloti potevano invece lasciarsi prendere dalla foga".

In definitiva a cosa ambisci per la tua carriera? Sogni soltanto la

scalata alla Formula 1, o pensi ad alternative come le competi-

zioni a ruote coperte?

"Seguo chiaramente la Formula 1, ed è il sogno che ho fin da bam-

bino, ma bisogna essere realisti e avere la consapevolezza che si

tratta di un mondo riservato a pochi. Ho immaginato quali potreb-

bero essere altre opzioni, come il GT, l'endurance, o persino la In-

dyCar. Ma sono ancora in F4, è presto per pensarci".