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Stefano Semeraro

La giornata alla borsa di Monza è stata nera –

le azioni Ferrari-Vettel passate da + 7 a - 3 ri-

spetto alla Hamilton-Mercedes privilegiate –

quindi la rabbia del Presidente-manager-finan-

ziere della Rossa è comprensibile. «Siamo stati

imbarazzanti», ha detto Sergio Marchionne.

Tanto più che per assistere alla seduta (pardon:

alla gara) aveva invitato anche il Presidente del

Consiglio, Paolo Gentiloni. Sperava di offrirgli

lo spettacolo di una Ferrari competitiva, capace

di fare a sportellate con la Mercedes di Lewis

Hamilton. Si è ritrovato davanti le facce sorri-

denti dei competitor tedeschi, capaci di domi-

nare in casa sua, primo e secondo, lasciando ai

ferraristi accorsi in massa- 185 mila spettatori

comunque entusiasti, una vera marea rossa - il

contentino del terzo posto del tedesco buono,

ovvero Seb, terzo a 36 secondi da Hamilton

dopo aver incassato 7 decimi a giro dalle favo-

lose Frecce d'argento. Che Monza fosse pista

adatta al passaggio degli stranieri si sapeva,

per impedire una Caporetto sarebbe servito un

miracolo, Marchionne però se lo aspettava.

Forse l'aveva ordinato. «Questa non è la Fer-

rari. Abbiamo sofferto, la macchina rispetto a

Spa non è migliorata, l'assetto è stato sba-

gliato. C'è un problema di base, anche se le

prove sotto la pioggia hanno avuto un loro

peso. Ora dobbiamo raddoppiare l'impegno, e

togliere il sorriso a questi della Mercedes...».

Mattia Binotto e Maurizio Arrivabene, accanto

a lui, avevano facce cementate dalla delusione.

A Singapore

il riscatto

Verranno circuiti più favorevoli alla Ferrari, mor-

morano gli ottimisti, primo di tutti Singapore tra

due settimane dove la velocità di punta dei mo-

tori tedeschi (anche oliati alla perfezione...), con-

teranno di meno, la Ferrari risorgerà. Vedremo.

A Monza la gara è finita quasi subito, anzi era

finita prima di iniziare grazie alle pessime quali-

fiche. La mancanza di dati provenienti dalla ses-

sione bagnatissima del sabato ha condizionato

le scelte dell'assetto, la SF70-H forse era troppo

alta rispetto al terreno, di certo qualcosa è an-

dato storto anche al di là delle performance mi-

gliori dei motori di Stoccarda. Quando Bottas

ha infilato 'por fuera' alla parabolica un Raikko-

nen insieme torpido e irritato, si è capito che il

miracolo non si sarebbe concretizzato. L'ulte-

riore smacco subito dal Ricciardo Rampante –

lui sì, anche se a bordo di una Red Bull – ha

messo il coperchio definitivo ad una giornata in

cui Hamilton, dopo le mezze escursioni sulla

ghiaia dell'inizio, ha finito in carrozza.

Vettel col motore

che… tossiva

Vettel è stato frenato anche da Esteban Ocon

e Lance Stroll, motorizzati Mercedes e quindi

inclini ad agire da stopper (decisamente più ef-

ficaci di Bonucci), ma non ha mai dato l'impres-

sione di poter attaccare il secondo posto.

Anche perché a quanto pare dal muretto è

stato deciso di utilizzare una mappatura meno

aggressiva, come del resto hanno fatto anche

in Mercedes, salvo cambiarla quando il pericolo

rappresentato da Ricciardo ha iniziato a farsi

concreto «Il motore andava e veniva», ha spie-

gato, prima alla radio poi nelle interviste dopo

match, sfoderando insieme un sorriso timido e

un ottimismo inossidabile.

«L'energia che mi hanno trasmesso tutti questi

tifosi è incredibile, sono i migliori del mondo.

E' un brutto giorno, lo so, ma la Ferrari arriverà.

All'inizio ho dovuto faticare per prendere il

ritmo giusto, avremmo voluto restare vicini alle

Mercedes ma per tante ragioni non avevamo il

passo per farlo. Nella macchina però c'è tanta

sostanza. Il Mondiale è ancora lungo, sono si-

curo che ne verremo fuori».

Il pessimismo arriva invece dal lato finlandese

del box. «I primi giri sono stati ok», ha detto

Kimi. «Ma dopo ho iniziato a faticare, la mac-

china non si controllava facilmente, ho rischiato

varie volte di girarmi nell'ultima curva e questo

mi impediva di prendere velocità sul rettilineo.

Mi ci è voluto un po' per venirne a capo, per

quello mi hanno sorpassato. In alcuni giri avevo

grip, in altri no, mi è mancato il ritmo per poter

combinare qualcosa di buono. Un giorno diffi-

cile, anzi, un weekend difficile. Ma non sarà così

sempre. In alcuni circuiti siamo forti, in altri

meno, dobbiamo lavorare per migliorare su

questi ultimi». Prima che il Mondiale finisca,

possibilmente. E che le azioni Mercedes tor-

nino alle stelle.