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4 Feb [14:41]

Dal 2017 stop ai gettoni-motori
Perché erano stati introdotti

Stefano Semeraro - Photo 4

Addio gettoni. Il molto discusso e molto discutibile sistema dei propulsori di F.1 introdotto nel 2014 e in teoria previsto fino al 2020, ha i giorni contati e dal 2017 con tutta probabilità si cambierà sistema. Era ora, perché negli ultimi due anni invece di rendere più facile ed equo il sistema, i gettoni non avevano fatto che complicare terribilmente la gestione dei motori. La speranza ora è di non passare a qualcosa di ancora peggiore...

I gettoni avrebbero dovuto calmierare i costi delle nuove power-unit evitando la corsa allo sviluppo selvaggio da parte dei top-team. In pratica i motori erano state divisi in 42 parti, sviluppare ognuna delle quali avrebbe comportato spendere da 1 a 3 'token', gettoni in italiano, per un totale di 66 (numero quasi diabolico). Prima del 2014 alcuni componenti erano stati congelati e i token spendibili erano rimasti 61; la scorsa stagione se ne sono potuti utlizzare solo 38 che sarebbero poi dovuti scalare fino a soli 3 fra 2019 e 2020.

La posizione di grande vantaggio acquisita dalla Mercedes ha reso di fatto il sistema un assist per il predominio tedesco, con Ferrari e Renault in prima linea nella richiesta di una liberalizzazione dello sviluppo per impedire ai rivali di Stoccarda di congelare il loro vantaggio. Dopo varie battaglie regolamentari, era stato in seguito concesso ai quattro motoristi, compresa la nuova arrivata Honda, di sviluppare il motore rompendo i limiti di gettoni stabiliti, aumentando peraltro la confusione in materia.

«Gli appassionati non si raccapezzavano più fra penalità e gettoni, così abbiamo deciso di abolirli», ha spiegato ad Autosport il boss della Renault Sport Cyril Abiteboul. «Inoltre siamo tutti d'accordo che occorreva andare verso un equilibrio delle performance, perché una F.1 dominata dalle prestazioni motoristiche non conviene a nessuno». Meglio tardi che mai, e chissà come stanno – educatamente – imprecando gli ingegneri della Honda che sono stati costretti a entrare in F.1 con le mani (quasi) legate.

La mossa dovrà servire proprio ad attrarre nuovi costruttori, non più spaventati dalle limitazioni. Resta da vedere ora come reagiranno Ferrari, Renault, Honda e soprattutto Mercedes, e se i tedeschi con il “liberi tutti” riusciranno a mantenere o incrementare il vantaggio raggiunto. Il tetto massimo ai motori-clienti approvato in gennaio ha evitato che i costi per le forniture dei team minori lievitassero in maniera incontrollata, ma la questione dei budget fuori controllo di una F.1 in crisi di appeal e audience non è certo stata risolta.