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24 Mar [6:54]

Dall'ospedale alla vittoria
L'incredibile Melbourne di Sainz

Massimo Costa - XPB Images

Soltanto 15 giorni fa era apparso nel paddock di Jeddah camminando lentamente, dolorante, per assistere dal box Ferrari al Gran Premio di Jeddah e fornire consigli via radio al suo sostituto, Oliver Bearman. Carlos Sainz aveva dovuto rinunciare, per la prima volta nella sua carriera, a disputare un weekend di gara, che fosse di Formula BMW, la sua prima categoria in monoposto, o di F1. Già il giovedì pre Jeddah, non si era presentato nel paddock, si pensava fosse stato colto da gastoenterite. Sainz aveva partecipato alla giornata di prove libere del venerdì, ma la notte è stata difficile e il mattino seguente il dolore era sempre presente e più fastidioso. Da ulteriori controlli era emerso che Carlos doveva essere operato al più presto per una forma di appendicite acuta. E così è stato.

Dopo Jeddah, Sainz è tornato in Spagna ed è rimasto a letto per ben sette giorni. Non si è potuto allenare, non ha lavorato al simulatore con la squadra. Dal letto è salito su un aereo che lo ha portato in Australia e Carlos non era affatto certo di poter riuscire a gareggiare. "Non sono stupido", aveva detto a Melbourne il giovedì, "se vedo che avrò problemi fisici, non correrò, non ha senso rischiare". Bearman era stato nuovamente messo in pre allarme. Nelle prove libere di venerdì, Sainz si è sentito bene, seppur ovviamente non al cento per cento. Ma dopo ulteriori controlli, ha voluto proseguire il weekend e in qualifica è stato a dir poco eccezionale cogliendo il secondo tempo. "Se fossi stato a posto fisicamente, avrei conquistato la pole", ha detto mentre al suo fianco Max Verstappen appariva piuttosto sorpreso da una simile dichiarazione.

Ed ecco la gara. Sainz dalla seconda piazzola ha visto scattare bene, come al solito, Verstappen. Ma non gli ha permesso di prendere subito il largo, è rimasto nella sua scia. Al secondo giro, complice anche una sbavatura del pilota Red Bull alla curva 3, Carlos ha colto l'occasione e lo ha superato di slancio. Poco dopo, Verstappen ha cominciato ad accusare problemi al posteriore della sua RB20, del fumo usciva dalla parte destra. Un disco freno era praticamente collassato surriscaldandosi eccessivamente, rilasciando addirittura delle fiamme prontamente spente ai box.

Sainz, salito in prima posizione al 2° giro, aveva davanti a sè ben 56 tornate da affrontare a pieno ritmo. Il dubbio è che potesse incontrare qualche problema sulla distanza in quanto non si era allenato da ormai una ventina di giorni. "Dopo la metà gara ho faticato, mi sentiva duro nei muscoli, ma è andata bene", ha raccontato. Sainz, quando ha visto dietro di sé Charles Leclerc che pareva tentare di puntare su di lui, ha siglato due giri veloci che hanno lasciato intendere che non ce n'era per nessuno. Dal box Ferrari è arrivato il consiglio a Leclerc di stare tranquillo e fare da scudo alle due McLaren preparandosi magari all'arrivo della Red Bull di Sergio Perez. Che, invece, è rimasta sempre molto lontana.

Sainz ha gestito meravigliosamente ogni momento del Gran Premio ed ha regalato a se stesso e alla Ferrari una spettacolare vittoria. E' lui che aveva portato il team di Maranello sull'unico gradino più alto del podio ottenuto nel 2023, a Singapore. Ed è ancora lui che fa suonare l'inno italiano in F1 in questo inizio di 2024 spezzando il dominio Red Bull e di Verstappen che non conosceva la parola ritiro da 43 gare. Ma la Ferrari non è stata soltanto Sainz. Leclerc, quarto al via, è stato altrettanto abile e perfetto nell'ottimizzare ogni fase della gara. Ha lavorato benissimo per il team, ma di certo, dentro di sé, il rammarico per essere stato battuto in qualifica e in gara dal compagno di squadra, per di più fisicamente non al cento per cento, deve farlo rosicare non poco. 



Il ritiro di Verstappen è stato un evento assolutamente non prevedibile. La domanda ovvia è la seguente: la Ferrari avrebbe comunque vinto se la Red Bull non si fosse dovuta fermare ai box? Sainz è convinto di sì, il passo gara era notevole, la particolarità del tracciato di Melbourne che non usura troppo le gomme aiutava la SF-24, e i presupposti per mettersi dietro Verstappen c'erano tutti. Lo conferma anche la scialba gara di Perez. Retrocesso da terzo a sesto in griglia di partenza per avere ostacolato Nico Hulkenberg in qualifica. ci si attendeva una poderosa rimonta da parte del messicano, che però non è arrivata. Due volte secondo tra Sakhir e Jeddah, Perez ha faticato parecchio e si è piazzato soltanto quinto, a conferma che la RB20 questa volta non era troppo a suo agio sul tracciato australiano.

Una gara di altissimo livello l'ha disputata la McLaren-Mercedes. Lando Norris si è preso il terzo posto, Oscar Piastri il quarto. A un certo punto, il team ha chiesto a Piastri (che era davanti) di far passare il compagno di squadra, più rapido, per tentare di andare a prendere Leclerc, ma il ritmo della Ferrari si è rivelato superiore. Norris non ce l'ha fatta e Piastri ha anche commesso un errore che lo ha allontanato dal vicino di box e così l'eventuale restituzione della posizione è naufragato. Piastri ha ripetuto il quarto posto di Jeddah, per Norris è invece il primo podio 2024 (e anche il primo piazzamento importante) dopo i sette ottenuti la scorsa stagione.

La Aston Martin-Mercedes è rimasta sui livelli delle precedenti gare, sesta con Fernando Alonso sul quale però, pende una possibile penalità per comportamento scorretto ai danni di George Russell nell'ultimo giro. Lo spagnolo potrebbe avere anticipato volutamente la frenata alla curva 3, evento che ha portato l'inglese della Mercedes a scomporsi andando a sbattere con violenza contro le protezioni per poi scivolare in mezzo alla pista rimanendo su un fianco. Nessun danno fisico per Russell, ma un finale che riassume il momento Mercedes che aveva dovuto registrare il ritiro di Lewis Hamilton nella prima parte della gara.



A punti Lance Stroll, buon settimo con la seconda Aston Martin. Grande weekend per Yuki Tsunoda, sempre al vertice dalle prove libere e ottavo al traguardo con la Racing Bulls-Honda, ai primi punti stagionali. E in top 10 sono entrate anche le due Haas-Ferrari con Nico Hulkenberg nono e Kevin Magnussen decimo, bravi a sfruttare i ritiri delle due Mercedes e di Verstappen. Alexander Albon con l'unica Williams-Mercedes presente ha fallito l'obiettivo di andare in zona punti concludendo 11esimo. Daniel Ricciardo ha chiuso 12esimo con la seconda Racing Bulls, schiacciato in tutto e per tutto da Tsunoda. Solita corsa tribolata per Alpine-Renault e Sauber-Ferrari.