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22 Mag [17:20]

GP di Spagna - Il commento
Vettel teme Hamilton, la Ferrari se stessa

Stefano Semeraro

La morale del GP di Spagna è che Vettel deve guardarsi da Hamilton, la Red Bull dalla McLaren. E la Ferrari da se stessa. Avrebbe dovuto essere il GP dell’inizio della remontada della Rossa, e la partenza folgorante di Alonso, un pezzo di bravura unico, straordinario, emozionante per tecnica, immaginazione e coraggio che ha mandato in visibilio Montmelò, lo ha fatto sperare. Ma stavolta il motto popolare non vale, chi ben comincia non è alla metà dell’opera. Alonso si è battuto come un leone vero, riuscendo a resistere per due stint  in testa alla gara dopo aver infilato le due Red Bull e Hamilton allo start, poi ha dovuto arrendersi. Prima che agli avversari alla pochezza della 150, una vettura nata male e che rischia di finire peggio. E’ finito quinto, il conducator senza esercito, a un giro dal quartetto di testa: una umiliazione che non merita davvero. SconsALONSOlante.

La misura dell’attuale valore della Rossa, più che gli acuti magnifici ma disperati di Fernando, la dà la gara di Massa: incolore nei momenti migliori, sconsolante in quelli peggiori, passato in tromba dalla Renault di Heidfeld, partito ultimo ma con una cospicua riserva di gomme fresche risparmiata in qualifica, e poi capace solo di girarsi e di finire la gara parcheggiandosi nella ghiaia. C’è da chiedersi se Felipe abbia davvero recuperato al 100 per cento dopo l’incidente di due anni fa: da tempo non sembra più un pilota in grado di incidere.

Le urla di Domenicali e di Montezemolo per ora rimbalzano, fanno eco sul vuoto di risultati. La 150 usura troppo le gomme, non ha performance aerodinamiche nemmeno paragonabili a Red e McLaren, la genialata delle bandelle sull’ala posteriore messa sotto accusa dalla FIA e non utilizzata per ora si è rivelata più un petardo che una bomba. Alonso ha rinnovato la sua fiducia a Maranello fino al 2016, speriamo non debba aspettare la fine del contratto per vincere. Affidarsi nella tradizionale capacità di rimonta degli uomini di Maranello oggi sembra un azzardo anche per chi di fede ne ha tanta.

Intanto Vettel continua la sua fuga: fino ad ora acchiappato 118 punti nel Mondiale, appena 7 meno del massimo punteggio possibile, è alla sua 14esima vittoria in carriera, la quarta su 5 gare nel 2011, e ha accumulato un cospicuo vantaggio in classifica. Però deve guardarsi da Hamilton. Anche stavolta nel finale Lewis lo ha attaccato con furia, arrivandogli negli scarichi. E va detto che Seb ha tenuto con grande saldezza di nervi, dimostrando maturità.

La Red Bull – vedi anche il quarto posto di un Webber a tratti intorpidito – continua a pagare il funzionamento a singhiozzo del Kers, e la McLaren, su un circuito che pare disegnato su misura per i bolidi progettati da Newey, ha dimostrato di aver fatto ulteriori progressi. Sebastian sul podio si è trovato così in mezzo ai due inglesi: per ora continua a guardarli dall’alto, ma domani? Button ha pagato una partenza disastrosa, ma poi ha rimontato alla grande grazie anche a una strategia a tre soste, opposta a quella del suo compagna di squadra. A dimostrazione che le strategie contano, ma poco cambiano quando le performance fra le vetture sono così diverse. Vettel peraltro aveva tentato di anticipare il primo pit per sorprendere Alonso partito come un razzo, ma si è trovato nel traffico ed è rimasto indietro. Poco male: si è rifatto alla sosta successiva, con gli interessi.

Dietro le prime quattro vetture, il campionato dei doppiati. A parte i travagli di casa Ferrari, Rosberg e Schumacher hanno lottato a lungo per il sesto posto, e alla fine Schumi l’ha spuntata. Il già citato Heidfeld ha ruggito in rimonta – proprio mentre il suo compagno Petrov andava spegnendosi - come del resto Kobayashi, che ha chiuso decimo dopo la foratura che lo aveva bloccato in partenza. Perez ha ottenuto il suo primo punto mondiale finendogli giusto davanti. La Williams ha confermato il suo momento di grande confusione, di grande impotenza soprattutto, con un Barrichello sempre più spelacchiato e un Maldonado che stenta ad emergere. La Lotus ha illuso all’inizio, poi Trulli e Kovalainen sono scivolati in basso, con il finlandese finito sulle barriere alla curva 4. In casa Force-India Di Resta è riuscito addirittura a comparire fra i primi 5, ma ha fallito la zona punti, la Virgin non sembra capace di fare passi in avanti, i due della Toro Rosso non escono dalla mediocrità.

In un campionato dominato da pochi (pochissimi, sempre meno) grandi, per i piccoli c’è sempre meno spazio. Resta da sbrogliare, infine, la incredibile matassa delle decisioni FIA sugli scarichi illegali: la decisione è stata rimandata al GP del Canada, i tre team che potrebbero far squalificare tutti gli altri – Hispania, Virgin e Williams – per ora tacciono. In attesa di ricompensa?...

Stefano Semeraro

Nella foto, Alonso alle prese con i giornalisti spagnoli