formula 1

Due giorni di test a Imola
per Antonelli con la Mercedes

Come annunciato da Italiaracing lo scorso 28 marzo, Andrea Kimi Antonelli sarà a Imola il 29 e 30 aprile per proseguire il su...

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dtm

Oschersleben - Gara 2
Engstler vince, Bortolotti sfortunato

Prima vittoria nel DTM e, soprattutto, primo successo al volante di una vettura Gran Turismo per Luca Engstler con la Lamborg...

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dtm

Oschersleben - Qualifica 2
Bortolotti e Lamborghini in pole

Uno a uno. Se nella qualifica 1 la pole è andata alla Ferrari di Jack Aitken, poi vincitore della prima gara stagionale del D...

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Formula E

Montecarlo – Gara
Evans-Cassidy doppietta Jaguar

Michele Montesano Una vittoria di squadra quella messa a segno da Jaguar nell’E-Prix di Montecarlo, ottavo appuntamento stagi...

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dtm

Oschersleben - Gara 1
Aitken batte Bortolotti

La prima gara 2024 del DTM è stata decisamente tirata. Jack Aitken, autore della pole con la Ferrari del team Frey, ha impost...

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Formula E

Montecarlo – Qualifica
Wehrlein sigla la terza pole

Michele Montesano Prosegue la striscia positiva di Pascal Wehrlein in Formula E. Dopo aver conquistato il secondo E-Prix di M...

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8 Ott [15:49]

Il direttore di Silverstone attacca:
«Oggi la F.1 è un prodotto di m...a»

La Formula 1? «È diventata invendibile, un prodotto di m...». A sostenerlo non è un fan deluso, o uno sponsor indebitato, ma il direttore del circuito di Silverstone, Patrick Allen. Sotto accusa la noia infinita delle gare, compresa quella vinta nel circuito di casa dall'idolo britannico Lewis Hamilton, ridotte ad estenuanti (e spesso incomprensibili) partite a scacchi fra i tecnici, con i piloti traformati in meri autisti.

«I fan non vogliono vedere delle processioni», ha detto Allen all'Independent. «Come promoter posso promuovere solo ciò che mi viene dato, ma quando lo standard di qualità non è all'altezza la gente non lo comprerà. Mesi e mesi fa ho detto a Mr Ecclestone in persona che non posso vendere biglietti per un prodotto di m...a. Gli ho detto che la gente non viene in circuito per guardare un tizio che guarda uno schermo pieno di dati, ma vuole dei gladiatori che si battono. Nessuno vuol sentire dire ai piloti che devono sollevare il piede o mettersi da parte, o cose del tipo: “non prenderemo mai chi è in testa, consolida il secondo posto”».

Vendere i biglietti è una parte essenziale del piano di sopravvivenza dello sport, visto che anche attirando folle da record diventa sempre più difficile sostenere i costi dell'organizzazione di una tappa del mondiale. Anche Silverstone, come Hockenheim e Monza, è in crisi. Per pagare la tassa di iscrizione (16 milioni di sterline, oltre 21 milioni di euro) ha dovuto vendere alcuni terreni di sua proprietà, ma il rischio è che dopo il 2016 Ecclestone, come è successo in Germania e anche in Francia, non rinnovi il contratto.

«Sono sicuro che Ecclestone è il primo ad essere frustrato dalla situazione. Vendere qualsiasi cosa che non sia la massimo della qualità oggi è difficile, sfortunatamente il nostro prodotto non è al top. Io in passato organizzavo gare di moto: in MotoGp c'è un cambio in testa ogni due o tre giri, è uno spettacolo eccitante. In F.1, anche se è un inglese a vincere, già l'anno prossimo i fans si diranno: Hamilton li distruggerà tutti un'altra volta. La gente vuole delle gare vere». Il rimedio? «Tornare ai vecchi tempi, abolire i pit-stop, un pieno di benzina e via. Quando sei partito ti fermi solo con la bandiera a scacchi, e basta con le comunicazioni radio». Chissà se qualcuno, alla Fia o alla corte di Ecclestone, ha voglia di ascoltarlo davvero.