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21 Ago [12:55]

Mattiacci: 'La Ferrari una autorità nel motorsport'

Tantissime domande. L'iniziativa della Ferrari di coinvolgere via Twitter i tifosi, gli appassionati, nel porre domande a Marco Mattiacci, responsabile sportivo della Ferrari, ha avuto grande successo. Ecco le domande selezionate e le risposte di Mattiacci.

Quali sono state le sue prime impressioni su come funziona la Gestione Sportiva? Negative o positive?
"La Gestione Sportiva è figlia di una grande visione, di oltre sessant’anni di corse, di piloti straordinari e di ingegneria ai massimi livelli. Quando sono arrivato ho avuto l’impressione di trovarmi nel cuore di un mito. Per questo motivo sono entrato con il massimo rispetto e con grande curiosità. Abbiamo bisogno di leadership e di una visione concreta per tornare di nuovo al vertice, partendo dagli elementi che caratterizzano il nostro DNA tra cui tradizione, innovazione e sete di vittoria".

Quando ha accettato di prendere il timone della Scuderia Ferrari pensava che la situazione fosse brutta come appare da fuori?
"Ho trovato il team come mi aspettavo che fosse. Abbiamo una base molto forte, una grande tradizione, perché la nostra azienda nasce come squadra corse, e stiamo lavorando per rendere più compatta la squadra e tornare ad essere competitivi il prima possibile".

Quali sono i tre pincipali cambiamenti che ha introdotto?
"Stiamo operando un cambiamento del metodo di lavoro, adottando un nuovo approccio e una strategia che possano portarci ad essere più competitivi. Abbiamo deciso di investire su nuove infrastrutture e persone per creare un’organizzazione che sia più moderna e snella, ma che allo stesso tempo tenda a porre l’accento sulla squadra rispetto alle individualità. È altrettanto importante dare la possibilità a ciascuno di esprimere al massimo il proprio talento. A prescindere da questo momento storico la Ferrari è stata, è e sarà sempre di più l’autorità massima nel motorsport".

Quale pensa sia stata la scelta più sbagliata fatta nella progettazione della F14 T? Power Unit? Areodinamica? O crede che siano state fatte più scelte sbagliate in quasi tutti i campi di progettazione della vettura?
"Ci sono state decisioni che dal punto di vista tecnico non hanno pagato quanto quelle prese dai nostri avversari. Penso però, che questo tipo di discussione vada affrontato all’interno del team. Abbiamo ben chiare quali sono le aree in cui non siamo competitivi: si tratta di un percorso a medio-lungo termine che cercheremo di velocizzare, ma che in generale richiede un’impostazione strategica molto diversa rispetto al passato".

Aldo Costa e Luca Marmorini hanno detto molte cose interessanti a proposito della Ferrari, e in particolar modo del caos che regnerebbe nella squadra. Qual è la sua opinione sulle loro dichiarazioni? "Penso che lavorare per la Ferrari, come ho detto fin dal primo giorno, non sia un mestiere qualunque: è una missione. Per questo credo sia estremamente difficile per chiunque lasciare la nostra azienda. Tuttavia, nel mondo del lavoro mi piacciono le persone disposte sempre a combattere per le proprie idee e pronte a sfidare lo status quo, nei luoghi appropriati e senza scendere ad alcun compromesso".

La Ferrari ha realmente intenzione di tornare ai vertici della Formula 1? In tal caso non è ora di far sentire il proprio peso per cambiarla?
"Prima di tutto la squadra per tornare a vincere deve pensare a migliorare se stessa, la performance del gruppo e lo sviluppo della vettura. Dobbiamo essere innovativi ed esserlo prima degli altri. La Ferrari è una delle protagoniste della Formula 1, la cui voce è sempre ascoltata: è chiaro che bisogna creare una comunione di intenti per capire veramente quello che deve essere il prodotto Formula 1 in futuro. Crediamo che oggi siano in atto discussioni che evidenziano quelle che sono le potenzialità di miglioramento di uno sport già di per sé fenomenale".

Non crede sarebbe meglio un campionato con 16 GP, ma più test (utili allo sviluppo) e paddock aperti ai tifosi, almeno ai test?
"Penso che sia importante allargare il bacino di utenza della Formula 1, fisicamente e mediaticamente, a più paesi possibili. Allo stesso tempo ritengo fondamentale riportare i test nel nostro sport: questo per dare la possibilità ai giovani talenti di crescere ed essere messi alla prova, per consentire ai team di sviluppare le proprie vetture e trovare nuove soluzioni. Prima di tutto, però, i test possono essere sfruttati per riavvicinare il pubblico alla Formula 1, magari con modalità rivolte piú all’intrattenimento e al coinvolgimento dei singoli tifosi".

Secondo lei quando potremmo vedere la Ferrari lottare per il titolo mondiale?
"Quello che posso promettere è che lavoreremo al massimo per tornare competitivi nel minor tempo possibile, per regalare agli appassionati weekend che diano più speranze di lottare fino all’ultimo chilometro e all’ultima curva per vincere".

Avete già cominciato a lavorare sulla vettura del prossimo anno? "Certamente. E lo stiamo facendo capitalizzando l’esperienza del 2014 che, a suo modo, è stata fondamentale".

In vista della stagione 2015, ha preso delle decisioni per tentare di favorire la relazione tra il reparto motori e quello che si ocupa dell’aerodinamica?
"Si. Oggi James Allison è a tutti gli effetti a capo del progetto con una responsabilità chiara: a lui spettano coordinamento e supervisione delle diverse divisioni".

Come descriverebbe, in tutta onestà, il suo rapporto con i dipendenti?
"Sono uno di loro".

Un Team Principal che rapporti ha con i tecnici che lavorano a Maranello?
"La figura del Team Principal ha il compito di portare leadership, stabilire gli obiettivi, offrire alle persone che lavorano una visione complessiva, che vada oltre la pura tecnica. Deve consentire ad ogni individuo di esprimere al meglio il proprio talento e mantenere forte l’allineamento tra i vari reparti".

Cosa occorre per avere una brillante carriera all’interno della Scuderia Ferrari di Formula 1?
"C’è una formula per il successo in ogni avventura professionale, che vale non solo in Ferrari: lavorare più dei colleghi!".

Cosa si aspetta da Spa e fino alla fine del campionato? Quale considerazione ha di Fernando Alonso?
"A Spa e Monza mi attendo delle gare molto difficili, dove saranno più evidenti i valori in campo e i margini di vantaggio delle vetture dei nostri avversari. Saranno gare complesse, ma le affronteremo con il massimo cinismo, adottando anche strategie aggressive e cercando di cogliere tutte le opportunità che si presenterannpo. Per quanto riguarda Fernando Alonso è senza dubbio uno dei piloti più forti del mondo".

Cosa apprezza di più dei suoi due piloti?
"Di Fernando apprezzo la passione e la voglia di vincere e lottare sempre. Di Kimi mi piace la freddezza e il suo amore puro per la guida. Tutto quello che non riguarda questo aspetto è probabilmente secondario nella sua vita. Apparentemente sono due personalità diverse, ma con molti lati in comune".

Dopo Max Verstappen in Toro Rosso, perché non Raffaele Marciello o Antonio Fuoco in Marussia?
"La FDA rappresenta una parte molto importante, strategica, dello sviluppo del team nel futuro. È chiaro che in Formula 1 l’età dei piloti si sta abbassando moltissimo. Detto questo, ci sono differenti sistemi per lo scouting e la formazione di giovani talenti. Per quella che è la nostra filosofia continueremo ad investire e a migliorare la FDA che è nata solamente quattro anni fa. Naturalmente lavoreremo anche per cercare di dare degli sbocchi ai nostri piloti, e questa è una delle aree sulle quali stiamo concentrando i nostri sforzi".

Vedremo mai una Scuderia-B, un po’ come Red Bull Racing e Scuderia Toro Rosso, per dare un’occasione alle giovani promesse?
"E’ un dato di fatto che vanno create delle opportunità per i piloti della Ferrari Driver Academy che ha lo scopo di formare nuovi talenti. Occorre creare delle possibilità attraverso le quali mettere alla prova questi giovani, e farli crescere fino ad essere pronti per un top team. Stiamo esplorando metodi e soluzioni nuovi per continuare a lavorare in questo ambito e attualmente sono in discussione diverse possibilitá".

Quando era un teenager seguiva la formula 1? Chi era il suo pilota preferito?
"Sì, la seguo da sempre. E tra i miei piloti preferiti c’erano Ayrton Senna, in primis, poi Gilles Villeneuve e Michael Schumacher".

Che cosa degli Stati Uniti le piacerebbe avere con sé a Maranello? "Il caffè di Starbucks!".

Quale è stata la cosa più strana che ha trovato in Formula 1?
"Il grande interesse per gli occhiali da sole".