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23 Ago [17:34]

Spa - Gara 1
Vittoria capolavoro per Marciello

Filippo Zanier

Attesa, voluta, sofferta, bellissima. La prima vittoria di Raffaele Marciello in GP2 è arrivata sulla pista più significativa del calendario, in condizioni difficilissime e battendo sul campo quello che, con buona pace di Jolyon Palmer e Felipe Nasr, è il rivale più forte sulla griglia, Stoffel Vandoorne. Nelle aspettative dei media e del paddock l'italiano della FDA e il belga targato McLaren dovevano lottare per il titolo già nell'anno del debutto; non ci sono riusciti anche e soprattutto a causa di quelle peculiarità della GP2 che tendono a premiare i veterani (poco tempo in pista, gomme difficili da gestire), ma non è un caso che sul circuito di Spa-Francorchamps, quello che più di ogni altro premia il talento, i due abbiano dato vita a una gara splendida e abbiano scavato un solco profondissimo nei confronti della concorrenza.

E dire che i due rookie si sono trovati a interpretare una corsa difficilissima, bagnata da una pioggia torrenziale che ha iniziato a cadere proprio quando si sono spenti i semafori. Sono bastati due giri perché la direzione gara decidesse di mandare in pista la safety-car, tre perché venisse esposta la bandiera rossa. Poco, ma abbastanza per permettere a Palmer di complicare la propria gara con una partenza orribile che ha tramutato la sua prima fila in un ottavo posto in una curva appena. Pochi chilometri e l'ottava piazza è diventata la nona, quando Nasr lo ha passato di forza alla curva 10.

Mentre i due leader di campionato lottavano nelle parti basse della top ten, davanti Vandoorne con uno start perfetto prendeva la testa della corsa su Mitch Evans e Johnny Cecotto, mentre Marciello dopo un ottimo scatto finiva lungo nella via di fuga della Source e da lì si lanciava per la discesa che porta all'Eau Rouge in sesta posizione. Poco più che un contrattempo, in realtà, perché prima dell'interruzione "Lello" era già tornato terzo dopo aver infilato Nathanael Berthon, Julian Leal e Mitch Evans, gli ultimi due vittime delle temperature troppo basse che hanno mandato le centraline dei loro motori in modalità "Safe".

Alla ripartenza, dopo un paio di giri dietro la safety-car, il primo brivido della gara: Vandoorne va lungo alla Source e Cecotto lo infila in accelerazione. Sembra l'inizio di una bella galoppata per il venezuelano, che però commette un errore a Les Combes e taglia la chicane. Per lui nessun guadagno particolare, ma su consiglio del direttore di gara la Trident chiede al venezuelano di dare strada al pilota della ART, che ne approfitta subito per spingere a pista libera e mettere un gap rassicurante tra sé e gli avversari.

Vandoorne spinge mentre Marciello cerca un varco per passare Cecotto, decisamente più lento di lui. Quando il pilota italiano riesce nella manovra, un bel sorpasso all'esterno a Les Combes, è il decimo passaggio e Vandoorne ha già messo quattro secondi tra sé e la Dallara della Racing Engineering. Da qui in poi, la gara è stata praticamente un assolo dei due "deb", impegnati in una lotta sul filo dei centesimi che li ha spinti a girare su un passo impossibile per tutti gli altri, lontani dai due ai tre secondi al giro. Un duello esaltante, che ha visto Marciello staccare spesso il giro più veloce, ma con Vandoorne lontano appena qualche millesimo.

La svolta è arrivata alla tornata 17, quando Stoffel si è fermato ai box per il cambio gomme obbligatorio e la Racing Engineering ha deciso di lasciare Raffaele in pista per due giri in più. Un'occasione d'oro che l'Italiano sfruttato compiendo un vero e proprio miracolo perché a gomme rain quasi finite, con la monoposto che si intraversava anche nei tratti ad altissima velocità, ha saputo staccare un 2'18"228 che fino a quel momento era la migliore prestazione della gara. Quando alla fine giro successivo anche Marciello ha completato il proprio pit-stop ed è rientrato in pista, il vantaggio del belga della ART era dimezzato, da 4"6 a 2"6.

Nel passaggio successivo grazie a un nuovo giro record il gap è calato di altri due secondi e i due sono arrivati a contatto: Vandoorne ha resistito e si è difeso bene per un'ulteriore tornata, ma le sue gomme sembravano soffrire su una pista sempre meno bagnata, mentre Marciello non sembrava invece avere problemi, forte di una monoposto decisamente superiore in trazione. Al 23° giro, infine, è arrivato l'attesissimo sorpasso, perentorio all'interno della curva 10. A conferma di una superiorità apparsa evidente, nei due giri successivi "Lello" ha rifilato un altro paio di secondi a Vandoorne, e ha tagliato il traguardo in solitaria cogliendo una vittoria che è la risposta migliore alle critiche che gli erano piovute addosso dopo gara 1 in Ungheria.

Alle spalle di Marciello e Vandoorne ha chiuso Cecotto, primo degli umani e staccato di ben 35". Il venezuelano ha regalato l'ultimo gradino del podio alla Trident e ha preceduto Nasr, che chiudendo quarto recupera qualche punto sul leader di campionato Palmer, alla fine sesto alle spalle di Mitch Evans. Ha avuto fortuna il britannico della Dams, perché fino a pochi giri dalla fine era ancora più indietro, ottavo, ma ha potuto poi sfruttare un contatto tra Simon Trummer e Berthon (con quest'ultimo penalizzato) per recuperare due posizioni.

Settimo, a sorpresa, Artem Markelov (Russian Time): il russo non aveva convinto in qualifica e dopo la penalizzazione subita in qualifica per avere ostacolato Stefano Coletti, partiva dalla corsia box, ma in gara si è trasformato. Per nulla intimorito dai velocissimi curvoni del circuito belga ha macinato posizioni grazie a un gran ritmo, e ha realizzato due bellissimi sorpassi prima su Tom Dillmann (Caterham) e poi su un Sergio Canamasas (Trident) aggressivo all'eccesso.

Markelov partirà così in prima fila sulla griglia invertita di gara 2, al fianco di Daniel Abt (Hilmer), che passando la monoposto marchiata Arden di André Negrao si è garantito l'otttavo posto e la piazzola del poleman per la prova sprint. Daniel De Jong ha chiuso la top ten, mentre va segnalato l'incidente di Stefano Coletti, finito sull'erba ad altissima velocità alla staccata del Kemmel per evitare una manovra intimidatoria del solito Canamasas. La vettura del monegasco è fortunatamente solo scivolata sul guard rail, ma l'uscita di pista gli ha precluso la possibilità di finire a punti.

Nella foto, Raffaele Marciello (Pellegrini)

Sabato 23 agosto 2014, gara 1

1 - Raffaele Marciello - Racing Engineering - 25 giri 1.19'29"116
2 - Stoffel Vandoorne - ART - 2"088
3 - Johnny Cecotto - Trident - 35"375
4 - Felipe Nasr - Carlin - 39"831
5 - Mitch Evans - Russian Time - 50"526
6 - Jolyon Palmer - Dams - 1'00"123
7 - Artem Markelov - Russian Time - 1'01"166
8 - Daniel Abt - Hilmer - 1'01"776
9 - Andre Negrao - Arden - 1'02"872
10 - Daniel De Jong - MP - 1'05"435
11 - Adrian Quaife Hobbs - Rapax - 1'11"224
12 - Tom Dillmann - Caterham - 1'16"681
13 - Julian Leal - Carlin - 1'17"071
14 - Marco Sorensen - MP - 1'18"325
15 - Arthur Pic - Campos - 1'18"578
16 - Takuya Izawa - ART - 1'19"110
17 - Kimiya Sato - Campos - 1'21"789
18 - Simon Trummer - Rapax - 1'22"766
19 - Jon Lancaster - Hilmer - 1'32"099
20 - Sergio Canamasas - Trident - 1'33"957
21 - Stephane Richelmi - Dams - 1'34"528
22 - Nathanael Berthon - Lazarus - 1'50"554

Giro più veloce: Raffaele Marciello 2'16"422

Ritirati
21° giro - Rio Haryanto
11° giro - Stefano Coletti
5° giro - René Binder
0 giri - Conor Daly

Il campionato
1.Palmer 200; 2.Nasr 161; 3.Vandoorne 131; 4.Cecotto 115; 5.Evans 102; 6.Coletti 96; 7.Pic 70; 8.Leal 66; 9.Marciello 57; 10.Richelmi 41.