30 Mag [9:15]
L'editoriale - Briatore e Alonso come i politici
L'editoriale di Stefano Semeraro
Flavio Briatore e Fernando Alonso ultimamente sembrano un po' come quei politici che il giorno dopo aver perso le elezioni si presentano in tv e dicono: «complessivamente, abbiamo tenuto». Un modo per fare il make-up alla realtà, negando a volte l'evidenza. La realtà che i due vorrebbero occultare è quella che mollare la Ferrari proprio nell'anno in cui è iniziata la riscossa di Maranello è stata una scelta sbagliata. Pessima. Anzi, una bella cantonata. E quindi negano i successi degli avversari. «Ero stanco di arrivare secondo», ha spiegato Nando, che però fatica a spiegare come si sente ad arrivare 15esimo o a non arrivare affatto con la McLaren avendo zero punti contro i 98 di Vettel.
Per Briatore la Rossa nel 2015 non avrebbe fatto nessun passo in avanti. «Rispetto allo scorso anno non è cambiato nulla - ha detto a Monte-Carlo, salendo e scendendo dal suo yacht – la Ferrari è sempre a 7 centesimi dalla Mercedes, come quando c'era Alonso, la differenza è che nel frattempo gli altri team che c'erano in mezzo, Red Bull e Williams, si sono volatilizzati, come del resto la Toro Rosso. C'è un solo team che può vincere, ed è la Mercedes». E' vero che Red Bull e Williams sono una grossa delusione e hanno perso il passo, ed è anche vero che la Mercedes, a meno di cataclismi, è destinata a vincere anche questo Mondiale, ma ignorare i progressi della Ferrari significa far finta di non vedere la realtà.
E cioè che mentre Red Bull e Williams sono inciampati la Rossa è riuscita a mettere insieme un progetto convincente ponendo le basi per un futuro diverso, dando battaglia ad ogni GP, salendo con regolarità sul podio, raccogliendo già una vittoria. Vediamo allora i numeri di Vettel 2015 e Alonso 2014 dopo 6 Gran Premi: il tedesco ha all’attivo una vittoria e quattro piazzamenti da podio per un totale di 98 punti; Alonso dopo 6 gare dello scorso anno aveva 61 punti e un solo piazzamento da podio. Se vi sembrano risultati uguali… Diverso è poi l'umore e l'atmosfera del team, che negli ultimi tempi dell'era-Alonso si era fatta pesantissima proprio per gli atteggiamenti del clan di Fernando. Se Briatore e Alonso a questo turno hanno sbagliato lista, non è mica colpa di Maranello. I talk-show, in F.1 come in tv, funzionano sempre meno.