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FORMULA 1

Stoffel Vandoorne

GP ALESIA

ebastian Vettel

Stefano Semeraro

«Mi sentite?». Sì che lo hanno sentito. Non solo ai box

della Ferrari ma in tutto il mondo. Anche perché era

quello che da anni i ferraristi di tutto il mondo aspetta-

vano, sognavano, ma ormai quasi disperavano di ascol-

tare. «Grazie mille ragazzi, grazie, grazie, grazie, dai!

Forza Ferrari». In uno slogan: «Ferrari is back!», la Fer-

rari è tornata. Grazie ad una macchina vincente, alle

strategie azzeccate del muretto. E alla classe di ragaz-

zino di 27 anni con già quattro titoli mondiali in tasca

ma capace di entusiasmarsi per l'unica squadra che da

sempre gli fa girare la testa. La squadra che a Sepang

ha saputo tirare fuori il meglio da Sebastian Vettel, il te-

desco feroce e veloce che sa vincere e sorridere, scher-

zare sempre e pestare (duro) quando serve. «Sono

felicissimo, l'atmosfera è strepitosa», ha detto Seb

dopo aver pianto di commozione mentre saliva verso il

podio, e fatto poi esplodere la sua gioia fanciullesca

(con un salto alla Jerry Lewis) durante la premiazione.

Il dito alzato al cielo, dopo il cazzotto (mimato) alla con-

correnza. Il sabato da fenomeno, con la prima linea

strappata a Rosberg sotto la pioggia, la domenica per-

fetta. «Li abbiamo battuti in una gara normale. E' una

giornata speciale, che porterò sempre con me. Come ri-

cordo il mio primo giorno a Maranello, io che da bam-

bino sognavo di guidare la Ferrari di Schumacher. Era il

mio mito, e ora sono sulla sua macchina». Più in alto di

tutti già alla seconda gara in rosso. Nemmeno a Schumi

era riuscito tanto. Per Vettel è un auf-wiedersehen ai di-

spiaceri dello scorso anno in Red Bull: «mi era mancato

non solo lo champagne, ma la sensazione di guardare

tutti dall'alto». Per la Ferrari l'addio ad anni di carestia

e alle cupezze inacidite dell'ultimo Alonso. Sebastian è

un campione teutonico nell'etica del lavoro, ma solare

nella quotidianità ai box. Un “secchione” che riempie

di appunti il suo quaderno di scuola ma sa poi trovare

anche il guizzo, l'ironia per battezzare “Eva” la sua sua

prima rossa e azzerare l'effetto-divo sfoderando un sor-

risone da adolescente al primo bacio. Simile a Schuma-

cher per il puntiglio e la concentrazione con cui sa

lavorare su tutti gli aspetti della vettura, ma molto di-

verso dal suo maestro dichiarato per carattere.

Ecclestone alla vigilia del GP di Malesia non gli ha ri-

sparmiato critiche, sostenendo che Hamilton è l'unico

vero personaggio mentre Vettel e Alonso “non hanno

dato nulla alla F.1». E in fondo non ha tutti i torti. Seba-

stian fuori dall'abitacolo è un uomo normalissimo, spo-

sato giovanissimo e con già una figlia, lontano dagli

eccessi “glamour” del suo rivale inglese. Lui è Hanna

Prater, sua moglie, vivono nella campagna svizzera e

non ammettono alcuna intrusione nel privato, non fanno

notizia.

I suoi idoli da ragazzino? Quelli di tutti o quasi i ragazzi

come lui: Michael Jordan e Michael Schumacher. Più

Jenna Jameson, la regina del porno – ormai archiviata

come passione dalla versione familiare di Seb... - che fa-

ceva sballare gli ormoni a tantissimi altri adolescenti.

Viene da una famiglia normale, sogna un futuro tran-

quillo. Ma non in pista.

«Sebastian è feroce sul lavoro e molto bravo a comuni-

care con il team», ha spiegato alla vigilia James Allison,

il “papà” della SF-15-T. «Se deve dire qualcosa di duro,

lo fa in modo costruttivo e gradevole». Uno stile molto

diverso anche da quello del suo predecessore spa-

gnolo, che al team non risparmiava battute anche sprez-

zanti. Una serenità da verificare quando finirà la luna di

miele e arriveranno giornate meno luminose, ma per

ora fra la Rossa e il suo amante tedesco è amore vero.

Da prima pagina. «La strategia è stata l'asso nella ma-

nica: grazie ai ragazzi, è stata la vittoria di tutta la squa-

dra», ha ribadito nel dopo gara. «Mi ha sorpreso vedere

le Mercedes rientrare ai box con la safety-car, ma già

da venerdì si era visto che non erano a loro agio con le

gomme medie. All'inizio sono riuscito a reggere il loro

ritmo, divertendomi anche molto, poi si è trattato di far

durare le gomme il più possibile. Loro (le Mercedes,

ndr) hanno avuto un ottimo secondo stint, ma io

sono riuscito a trovare un miglior bilanciamento

della vettura e a gestire un buon distacco

negli ultimi giri». Alla fine ha dovuto tenere

a bada anche i nervi: «guardavo il cofano

della mia vettura e mi dicevo: sei sulla

Rossa, stai per vincere con la Ferrari. Ma

ho dovuto smettere di pensarci perché

rischiavo di sbagliare. E' stato un grande

sollievo vedere la bandiera a scacchi e i

ragazzi che festeggiavano». L'ennesimo

capolavoro di un predestinato che fino

ad oggi in una carriera da record (40 vit-

torie, 45 pole) non ha sbagliato una

mossa, da quando si fece notare sosti-

tuendo per una gara Kubica alla Bmw (era

il 2007), all'occasione colta nel 2008, alla

Toro Rosso, dove subentrò in corsa a Scott

Speed e riuscì a centrare un leggendario suc-

cesso a Monza sotto la pioggia. Guadagnan-

dosi la promozione alla Red Bull e quattro anni

da fenomeno. Passare alla Ferrari poteva sem-

brare un azzardo, il “timing” invece è stato per-

fetto. E adesso, campione? «La Mercedes è

difficilissima da battere. Dobbiamo continuare così,

c'è tanta strada da fare. Oggi però non voglio pensare

se riuscirò a vincere il titolo, ma solo godermi il mo-

mento. Sarà una notte molto lunga». La lunga notte

della Ferrari, anche grazie a lui, è appena finita.