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Laffite, suo immediato inseguitore, di farsi sotto e di passarlo

in staccata. E’ una battaglia che entusiasma il pubblico e che si

conclude dopo 80 giri, con un arrivo in volata di cinque vetture

raccolte in poco più di 54 metri. Purtroppo questa afferma-

zione sarà anche l’ultima del funambolo capace di far sognare

i tanti appassionati. Nel 1990 sarà invece il “Professor” Alain

Prost a firmare un nuovo successo della rossa. E’ l’ennesima

stagione che vede il fuoriclasse francese lottare col suo grande

rivale, il brasiliano della McLaren Honda Ayrton Senna da Silva.

Una guerra senza esclusione di colpi tra due mostri sacri delle

piste fino all’anno prima “compagni” nel team anglo-giappo-

nese di Ron Dennis. Il 30 settembre, a Jerez del la Frontera,

Senna parte dalla pole in un weekend segnato dal brutto inci-

dente occorso a Martin Donnelly nelle prove del venerdì pome-

riggio. La sua Lotus si schianta contro il guard-rail a 200 all’ora

e l’inglese viene proiettato, insieme al seggiolino, a 50 metri di

distanza dal punto dell’impatto. Miracolosamente il pilota se

la caverà soltanto con una tripla frattura alla gamba sinistra. Al

semaforo verde, Senna va subito al comando seguito dalle

641/2 di Prost e Mansell. Con una vittoria, il paulista chiude-

rebbe matematicamente il discorso iridato, invece viene tra-

dito dal motore Honda ed il Cavallino può festeggiare una

magica doppietta che riapre la lotta al vertice; con una gara da

disputare, il Professore è a nove lunghezze da Senna. In Giap-

pone però Ayrton speronerà il ferrarista e sarà la McLaren a

festeggiare il mondiale. Altra data da incorniciare è il 2 giugno

1996, giorno in cui si registra il primo successo in rosso di Mi-

chael Schumacher. Il primo di una lunga ed irripetibile serie.

Per la verità il successo del tedesco è nell’aria, perché le pole

di Imola e Monte Carlo sono il segno tangibile che la nuova

“cura Schumacher”, sta dando i primi effetti. A Barcellona però

i risultati delle qualifiche lasciano poche speranze al Kaiser, che

sigla il terzo tempo a quasi un secondo da Damon Hill, al vo-

lante dell’imprendibile Williams-Renault. Poi, manco a farlo ap-

posta, Schumi si complica la vita con una partenza da

dimenticare. Insomma, piove sul bagnato in tutti i sensi. La

pista di Barcellona (nuova sede del Gran Premio a partire dal

1991) è flagellata dalla serata di sabato da una pioggia bat-

tente che aumenta le difficoltà e le insidie per i concorrenti.

Tutti tranne Schumacher, che in queste condizioni estreme si

esalta sfoggiando tutte le proprie abilità. In pista risulta infatti

il più veloce ed inizia così a recuperare posizioni. Passa le Be-

netton di Berger e Alesi ed al 12° giro infila anche la Williams

del leader Jacques Villeneuve. Più che alla guida della F310, il

tedesco pare governi un motoscafo sulle onde, risultando im-

prendibile per la concorrenza. Si pensi che dopo le soste il fer-

rarista guida la corsa con oltre un minuto di vantaggio su Alesi,

Villeneuve e Barrichello. E anche se nel finale il propulsore di

Maranello procede a 8-9 cilindri, perdendo una decina di chi-

lometri nella velocità di punta (pare a causa di un problema

elettrico legato alla forte umidità), Michael può concludere vit-

toriosamente la gara e siglare la 106a affermazione del Caval-

lino. «Al via non avrei scommesso una lira – confesserà il

vincitore – ma la vettura si è dimostrata perfetta, con una te-

nuta straordinaria, che mi permesso di recuperare lo svantag-

gio iniziale, quasi con facilità». Negli anni seguenti Schumacher