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22 Gen [15:23]

Luca Filippi

arco Cortesi

In attesa di sapere quale sarà il suo futuro in IndyCar, Luca Filippi resta alla finestra. Dopo una stagione positiva, a mettere i bastoni tra le ruote nel tentativo di confermarsi al via per la compagine di Ed Carpenter e Sarah Fisher è stat il crollo del prezzo del petrolio. Ai minimi dal 2003, il greggio ha cambiato la prospettiva alle aziende, come quella di Wink Hartman, che lavorano nel settore.

“Al momento, il mercato è in una fase più lenta, quindi non c’è troppo allarme - ha spiegato il pilota cuneese - ci potrebbero essere delle opportunità e credo di essere abbastanza in alto nella lista dei piloti senza un contratto. Per quanto riguarda il team CFH, la presenza di una seconda vettura dipenderà anche dall’eventuale conferma degli investimenti da parte socio di Sarah Fisher ed Ed Carpenter..."

Com'è la "domanda"? Ci sono anche opzioni per ovali e stradali?
"Ci sono altre possibili opzioni, anche per quanto riguarda l’intera stagione, e sarebbe interessante debuttare sugli ovali. Certo, vuol dire iniziare tutto da capo in una tipologia di gara nuova. Si tratta di imparare come affrontare le corse, più che libere e qualifica. Comunque, sono convinto di aver dimostrato il mio valore, oltre che in termini velocistici anche come concretezza dei risultati, e ciò viene riconosciuto...”.

Nel frattempo l’IndyCar riparte dal suo campione in carica, Scott Dixon, e dai tanti piloti che dall’Europa vorrebbero fare il salto negli USA...
“Mi piacerebbe molto vedere qualcuno fare come ho fatto io, andare a correre a Houston senza fare un test prima. Ad esempio, Barrichello ha fatto una stagione con un signor team come KV, con cui Kanaan ha poi vinto la 500 Miglia di Indianapolis. Nonostante arrivasse dalla Formula 1 non ha portato a casa nemmeno un podio e ha avuto un quarto posto come migliore risultato”.

E vedere un Dixon magari in Formula 1?
“Perché no. Se uno è motivato a 35 anni, non vedo come possa potenzialmente più lento di altri piloti di Formula 1, lasciando magari stare super-campioni del calibro di Vettel o Hamilton. Dixon non ha niente di meno ad esempio di un Hulkenberg o un Button, considerando che tra l’altro è una persona estremamente intelligente e ha tante capacità oltre al guidare una macchina. Il risparmio benzina, le strategie, il traffico. Non ha vinto così tanti campionati per caso. Certo poi non è vero che il livello Indy sia più alto. La seconda metà non è da Formula 1, ma i “bravi” della Indy si difenderebbero sicuramente. ”.

Ma l’età non fa la differenza? Negli USA spesso si corre più a lungo che in Europa…
“Se è vero che quella di Verstappen col senno di poi è stata una grande scelta, non vuol dire che uno da 35 anni sia automaticamente inadeguata. Non credo che l’età sia una fondamentale, anzi sono sicuro che se non è penalizzante essere in Formula 1 a 18 anni, non lo può essere averne 35. Tanto più che quelle attuali sono macchine complesse, che non richiedono il coraggio del ragazzino…”.