Page 4 - Dallara Magazine

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DALLARA LLC
E’ il continuo investimento sulla tecnologia che
ci fornisce gli strumenti necessari al successo.
Oltre alle capacità del nostro management, che
sa bene quali progetti accettare e quali rifiutare
e ci mantiene economicamente in salute. E’
l’insieme di queste componenti che ci rende
solidi».
Come si sviluppano i progetti della Dallara al
di fuori delle gare propriamente intese? Come
si sta sviluppando il progetto interattivo a
Indianapolis?
«
Alla Dallara LLC stiamo lavorando per
ampliare l’immagine dell’azienda oltre i limiti
di un costruttore di telai. Ci stiamo adoperando
per coinvolgere la comunità locale, che peraltro
ci ha accolto e fatto sentire veramente come a
casa nostra. L’area interattiva è oggi aperta al
pubblico, così i nostri visitatori hanno la
possibilità di apprendere qual è la storia
dell’azienda e la tecnologia che sta dietro il
nostro successo. I fan possono visitare il nostro
laboratorio. Il nostro Partner, The IndyCar
Experience, organizza diverse feste e altri eventi
sociali ogni settimana nello spazio adiacente
all’area interattiva. Il Lino’s Coffe shop si trova
all’angolo di fronte alll’edificio che ci ospita,
quindi possiamo interagire con la comunità
locale ogni giorno all’ora del pranzo. E i
dipendenti della Dallara LLC sono clienti dei
negozi e dei ristoranti sulla Main street a
Speedway. Stiamo anche espandendo il nostro
business al di fuori delle corse. Le consulenze
sono una parte significativa del lavoro alla
Dallara, e noi vogliamo coinvolgere altri settori
del mondo degli affari. Al momento siamo
impegnati soprattutto nel fornire gli chassis per
la stagione 2012 della IndyCar, ma abbiamo
attivato contatti anche con aziende del ramo
aeronautico e aerospaziale, che sono molto
importanti negli States. Siamo convinti che
questi contatti porteranno nuove opportunità di
lavoro per la Dallara».
In che cosa si assomigliano e in cosa si
differenziano il mondo delle corse europeo e
quello americano?
«
Penso che la differenza principale sia che in
Europa tutte le principali categorie sono gestite
da un solo ente responsabile (la Fia) mentre
negli Usa la situazione è molto più
frammentata (IndyCar, Nascar, Alms, Grand-
Am, Ssca, Usac, Arca, ecc). Chiunque faccia
parte del motorsport ha uno spirito competitivo
molto forte, tutti cercano di avvantaggiarsi,
spesso a scapito dell’interesse comune. Un
dittatore benevolo” funziona meglio allo scopo
di indirizzare tutti verso obiettivi comuni e, da
un osservatorio americano, l’impressione è che
sotto questo aspetto l’Europa sia messa meglio.
Negli Usa le discussioni fra i team e gli enti
organizzatori sono continue e la situazione
della IndyCar ne è un buon esempio. I team
impiegano più energie nel tentare di
guadagnare vantaggi fuori dalle gare di quante
ne impieghino per primeggiare in pista. Ho il
sospetto che ciò accada anche in Europa, ma la
differenza è che la Fia ha più potere, e quindi
riesce più facilmente a costringere i team ad un
accordo».
Controllo portamozzo Indycar
Parte del team Dallara a Indy 2012: da sinistra, Alex Timmermans,
Sam Garrett, Mark Dallara e Antonio Montanari
Foto ricordo a Indianapolis nel 2005.
Da sinistra: Gian Paolo Dallara,
Caterina Dallara, Stefano De Ponti,
il vincitore Dan Wheldon, Sam Garrett,
ed Elisa Bonzani