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ISTRUZIONE
del risk assessment. Infine, personalmente ne
sto curando uno con l’Università di Modena-
Reggio Emilia e la Fondazione Marco Biagi, su
temi inerenti le risorse umane. Ma vi sono
anche altri progetti e attività in corso tra
Dallara ed il mondo universitario, che non cito
per motivi di spazio».
Da voi arrivano semplici ingegneri o
ingegneri che amano il motorsport?
«
Ultimamente stiamo cercando di dare un
valore particolare alla passione per il
motorsport. E’ un tema al centro delle
discussioni fra me e i colleghi di area tecnica,
sia nelle fasi di screening, sia nei colloqui veri
e propri con i candidati. Rispetto al passato ci
siamo in parte ri-orientati, dando maggiore
importanza al fattore “passionale” ed emotivo,
che le persone nutrono verso le vetture e le
corse, piuttosto che al solo interesse per
l’aspetto tecnico in sé».
Si parla spesso di “fuga dei cervelli”.
Lei crede che per un neolaureato attratto
dal mondo del motorsport oggi
ci siano più possibilità di carriera all’estero
o in Italia?
«
Io credo che ci siano ottime possibilità anche
in Italia. Pensiamo all’Emilia-Romagna: Toro
Rosso a Faenza, Lamborghini a Sant’Agata
Bolognese, Ducati a Borgo Panigale, Ferrari a
Maranello, Maserati a Modena, Pagani a San
Cesario sul Panaro, oltre alla Dallara a
Varano… Vediamo che le opportunità anche
solo in un raggio di un centinaio di chilometri
sono tante. E’ un settore che, considerando
l’indotto, probabilmente vale oltre 6-7 mila
posti di lavoro. Nel Regno Unito, che
rappresenta il principale “rivale” dell’Italia,
invece arriviamo a oltre 30 mila persone che
lavorano nel settore del motorsport, tanto che
lì esiste anche un “ministero” dedicato, l’MIA
(
Motorsport Industry Association), una vera
potenza, anche a livello di lobby. Quantomeno
in termini quantitativi, nel Regno Unito le
opportunità sono maggiori, ma in Italia ci
stiamo difendendo bene e dobbiamo
continuare a puntare ed investire sulla
qualità”». Vendendo bene, puntando sulla
qualità».
Magari senza essere troppo “choosy”, come
dice il ministro Fornero…
«
Devo dire che di ragazzi “choosy”, ne
abbiamo trovati pochi! Anche perché li
mettiamo subito alla prova. Il nostro iter di
inserimento prevede, alla fine dell’Università,
un tirocinio formativo e di orientamento di sei
mesi con una borsa di studio di 650 euro al
mese, che diventano 750 con i buoni pasto: è
chiaro che non è uno stipendio! Così andiamo
subito a sondare quali sono le reali
motivazioni di una persona ad entrare nel
motorsport ed in particolare in Dallara e devo
dire che nella stragrande maggioranza dei casi
le motivazioni sono elevatissime. Resta inteso
che il tirocinio deve essere utilizzato in
maniera corretta: non può essere uno
strumento per utilizzare manodopera a basso
costo, bensì è un’esperienza che offre la
possibilità di acquisire, attraverso
l’inserimento nel mondo del lavoro conoscenze
specifiche e tecniche, competenze relazionali e
trasversali tali da agevolare le scelte
professionali del tirocinante. Tra l’altro, per
quanto ci riguarda, nei confronti di questi
giovani si investe, in maniera considerevole in
termini formativi, soprattutto nei primi mesi.
Non sono infatti pronti subito a portare un
contributo in termini operativi: i sei mesi
servono a dare una prima sgrossatura delle
conoscenze tecniche acquisite all’Università ed
anche a valutare la capacità di adattamento
al contesto aziendale. Negli ultimi dieci anni
oltre il 90 per cento dei nostri tirocini erano
finalizzati all’assunzione e come tali si sono
concretizzati. Alla fine del tirocinio offriamo
un contratto a termine, e mediamente nel giro
di un paio di anni le persone vengono
stabilizzate ed ottengono un contratto a
tempo indeterminato. Saremo fortunati, ma
fra chi si iscrive ad un politecnico e viene poi a
fare un colloquio in Dallara di ragazzi
schizzinosi” ce ne sono pochi».
In futuro nascerà una laurea in motorsport?
«
Il progetto intorno al quale si sta lavorando
in Dallara è un “Motorsport” Master Of
Science”, che sia riconosciuto sia in Italia, sia
negli Stati Uniti. E’ un sogno dell’Ingegner
Dallara, e fra l’altro un progetto in cui si sta
impegnando personalmente l’ingegner
Pontremoli insieme ad un gruppo di lavoro
creato in seno all’Alma Graduate School, il
Master dell’Università di Bologna. Ne fanno
parte personalità come il Prof. Romano Prodi
e il console statunitense a Roma. Uno degli
scogli principali che stanno affrontando è il
difficile coordinamento tra due diversi sistemi
di studio. L’idea è di avere docenti provenienti
non solo dal mondo accademico, ma anche da
quello delle imprese e dei team che agiscono
nel settore del motorsport ad alti livelli. Un
sogno nel cassetto al quale si vorrebbe dare
concretezza».
A livello di scuola media e superiore Dallara
ha collaborazioni in corso?
«
Certo. Ci sono i cosiddetti stage di alternanza
scuola-lavoro, sia durante il quarto anno delle
superiori, sia al termine del quinto. Abbiamo
attivato convenzioni con una decina tra Licei e
Istituti Tecnici della Provincia di Parma».
In questo campo in futuro vi rivolgerete più
al territorio o alle realtà nazionali e