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ZANARDI
Mentre sullo schermo gigante scorrevano le
immagini della carriera di Zanardi, dalla F.3
corsa proprio con Dallara ai trionfi in
IndyCar, fino al drammatico incidente del
2001
al Lausitzring (
«
una giornata un po’
dura per me»
),
Zanardi e Pontremoli hanno
rievocato i mille episodi che hanno portato
al trionfo di Londra. Dalle ore rubate al
riposo degli uomini Dallara per ottimizzare
al computer e in galleria del vento
l’aerodinamica e le prestazioni della hand-
bike, alla straordinaria capacità di “tester”
del driver di Castel Maggiore, capace di
costruirsi da solo alcuni strumenti del
mestiere per modificare il suo “mezzo
meccanico” e renderlo ancora più adatto alla
sfida.
«
L’esperienza del progetto handbike è stata
entusiasmante, Alex ha reso partecipe
un’intera azienda e tutti noi siamo diventati
parte del suo sogno»
,
ha continuato Andrea
Pontremoli. L’esempio, insomma, di come
talento umano e risorse tecnologiche possano
portare a traguardi di eccellenza scavalcando
ostacoli che parrebbero insuperabili. «
Una
cosa che mi avvicina ancora più a Dallara
sostiene Zanardi –
è aver compreso che se da
solo certi obiettivi possono sembrare folli,
lavorando insieme si può arrivare a tutto.
Certo, bisogna porsi degli obiettivi anche
difficili, ma possibili: se avessi voluto fare il
ballerino della Scala dopo l’incidente, non mi
sarebbe riuscito molto bene…»
.
Ad Handimatica Zanardi si è cimentato
anche con “GuidaTuPro”, un simulatore di
guida con comandi studiati apposta per
piloti disabili, realizzato dalla bolognese
Ticon Blu, ha incontrato tantissimi suoi fans,
concedendosi con disponibilità e
immediatezza che rappresentano due delle
sue grandi qualità. «
Un bambino non vedente
ha raccontato divertito –
mi si è avvicinato,
ha toccato le mie protesi e ha detto: tu devi
aver preso una bella botta, eh?
».
Inimitabile
Alex Zanardi, che quest’anno, presentando il
fortunato programma di Rai 3, “Sfide”, è
diventato anche un volto televisivo
conosciuto.
«
Credo di essere una persona dotata di una
spiccata curiosità e fantasia, caratteristiche
che non ho perso dopo il mio incidente
ha
continuato – e
se questo mi ha sempre
aiutato a scoprire e ad abbracciare nuove
passioni, permettendomi di vivere in funzione
di queste, nella mia nuova vita di persona
diversamente abile in fondo nulla è
cambiato»
.
Dalla scuola al lavoro, fino al tempo libero,
oggi la tecnologia offre soluzioni che
rendono più semplice la convivenza con
diverse forme di disabilità.
«
Semmai resta un
problema legato alla ‘personalizzazione’ di
certi ausilii, perché ogni disabilità tende ad
avere diverse esigenze»
,
ha insistito Zanardi,
che ha da poco ricevuto il Nettuno d’Oro dal
Comune di Bologna come esempio nello
sport e nella vita. «
Da questo punto di vista le
mie conoscenze nell’automobilismo sportivo,
la mia passione per ogni aspetto tecnico,
nonchè le amicizie acquisite nel mondo che ho
frequentato, mi hanno consentito di
trasformare ciò che mi è accaduto in una
grande opportunità, che mi ha regalato
grandi gioie»
.
La hand-bike sviluppata da Dallara come era
prevedibile ha suscitato grande interesse.
Alla fine dell’ora e mezzo abbondante di
appassionante dibattito in molti hanno
voluto toccare, fotografare il prototipo. Che
forse, in un futuro nemmeno lontano,
potrebbe diventare il punto di partenza per
una nuova avventura dell’accoppiata
vincente Zanardi-Dallara. «
Ci siamo accorti
ha infatti svelato Alex –
che già così come è,
senza troppe modifiche, la hand-bike potrebbe
essere utilizzata da persone normodotate.
Semplicemente per farci un giro o magari
anche per partecipare a gare. Che sia
divertente fra l’altro me lo ha fatto capire mio
figlio: da quando gliel’ho fatta provare la sua
bici normale è stata buttata in un angolo del
cortile…»
.
Potenza delle grande idee.
E di uomini molto speciali.
Alex Zanardi con
l’ingegner Andrea Pontremoli