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LANOVITÀ
SUPER FORMULA
- Ingegner Biasatti, la nuova vettura
starispondendoagliobbiettividipre-
stazioni edi spettacolopercui èstata
progettata?
«Gli organizzatori ci avevano fatto richieste
specifiche su tre fronti: peso, prestazione e
aerodinamicaconcaratteristichecherenda-
no agevoli i sorpassi. Per quanto riguarda i
primiduepuntiabbiamocentratogliobbiet-
tivi; per quanto riguarda i sorpassi, fino
adesso i commentideipiloti sonostatiposi-
tivi,ma dovremmo aspettare le prime gare
peravereuna rispostadefinitiva».
Sulpianodellasicurezzaqualisono le
principali caratteristiche?
«La SF14 risponde al 100% al regolamento
FIAFormula 1 del 2010; uno dei punti più
noti riguarda i pannelli laterali sul telaio in
Zylon, unmaterialeutilizzatoper i giubbot-
ti anti-proiettile. I pannelli offrono un alto
livello di sicurezza al pilota in caso di urto
laterale. Inoltreci sono lestrutturediassor-
bimentodi energia laterali, frontali eposte-
riori; e tutte è tre devono superare i crash-
test definiti dalla FIA. La nuova vettura
montaanche i cavidi ritenzionedelleruote,
come inF1, per evitare che queste possano
staccarsi incasodi incidente.Anche lascoc-
cadevesottoporsiadiversi testdi schiaccia-
mento statico sempre richiesti dal regola-
mento, dal rollbar allepareti che contengo-
no il serbatoiobenzina».
Anche laSuperFormulaèstata“testa-
ta” al Simulatore Dallara prima di
scendere inpista?
«Piùche testata, laSF14èstataprogettatae
sviluppata al Simulatore. Abbiamoutilizza-
to il Simulatore per definire dei parametri
chiavecome legeometriedelle sospensioni,
lo sterzo, la distribuzione di peso e il com-
portamentoaerodinamico.Abbiamo invita-
to due piloti che corrono nel campionato,
unodiHonda eunodi Toyota, Takuya Iza-
waeKazukiNakajima, a testare tutti questi
parametri che poi sono passati dal campo
virtualeaquello reale, e sono stati poi inte-
grati nel progetto finaledellavettura».
Quali sono le indicazioni che vi sono
venute,ocheavetedato, alpersonale
HondaeToyota?
«E’ statomolto interessatenotare che tutte
e due i piloti hanno convenuto sulle stesse
soluzioni.Abbiamosottopostoaentrambi lo
stessoprogrammadi prove, e le rispostee i
feedback fornitisonorisultatimoltoallinea-
ti fra loro. In più, i motoristi hanno anche
potutoprovareparametri legatiaipropulso-
ri,comeadesempio ilritardonellaerogazio-
ne di potenza dovuta al turbo, e valutarne
l’effetto sullaguidabilitàdellavettura».
Il design è sicuramente aggressivo: è
piaciutoai giapponesi?
«E’ piaciutomoltoa tutti gli addetti ai lavo-
ri.Il lookdellamacchinaèunargomentosul
qualeabbiamo investitomolto tempo, lavo-
rando insiemeagliorganizzatori inmododi
arrivareaunbuoncompromesso fradesign,
prestazioneaerodinamicaepackagingdella
vettura».
E il feedbackda parte dei piloti? Fra
l’altroanche l’expilota italianodi F.1
TonioLiuzzi faràpartedelcampiona-
to:vihagiàdettoqualcosa inpartico-
lare?Qualidotidipilotaggiosecondo
lei sono necessarie per sfruttare al
meglio ilpotenzialedellamacchina?
Quest’annocisonodiversipiloticonunpas-
sato in F1: Nakajima, Liuzzi e Karthikeyan
che ci hanno corso, e Rossiter che è stato
testerdiHondaF1.Poicisonoaltriduepilo-
ti con una grandissima esperienza negli
sport prototipi come Lotterer e Duval che
sono piloti ufficiali Audi. Tutti loro si sono
espressimoltopositivamente.Sisonotrova-
ti bene con l’handling dellamacchina e in
particolare si sono detti sorpresi della pre-
stazione in curva».
Ci può parlare della situazione del
motorsport vista dal Giappone?
Anche inOriente condividono lepre-
occupazionieuropeedicrearecatego-
rie con consumi e costi sostenibili e
con motorizzazioni e specifiche più
vicineaquelledellaproduzione?
«IlGiapponehaunagrandetradizioneauto-
mobilistica, purtroppo anche lì stanno sof-
frendo gli effetti della crisi. Il motorsport
giapponese ha due grandi realtà: Il GT e la
SuperFormula, e tuttedue lecategoriehan-
nounfortecontributodaimotoristi:Honda,
Toyota e Nissan, e anche dai fornitori di
gomme. Le categorie formative come laF.3
soffronodipiùperchéricevonounappoggio
economicominoree i piloti faticanoa repe-
rire il budget richiesto.Dettoquesto, anche
i giapponesi sono molti attenti ai costi di
gestioneedisostenibilitàdellecategorie,ma
senza rinunciare allo sviluppo. Su questo
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