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PatreseeAlboretonel '92,pernondimenti-
careBerger nell'89, e tanti altri sconosciuti
di formule minori: su quel muro si sono
schiantate monoposto di campioni e com-
primari. Tutti, però, erano tornati ai box a
raccontare la lorograndepaura.NonSenna:
la violenta decelerazione ha provocato la
fratturadellabasecranicaeper ilpilotabra-
silianoègiunta la fine.
LaWilliams era transitata al comando del
sesto giro di gara, inseguita dalla Benetton
di Schumacher quando, all'uscita del Tam-
burello (un curvone che si affronta in sesta
marcia a 280 km/h), Senna ha scartato di
colpo verso destra, è entrato nella sabbia e
senzanemmenorallentarehacolpitoilmuro
con laparteanterioredestra, ha caracollato
e si è fermatoabordopista col pilota inani-
matoabordo. Indieci secondi sonoarrivati
gli uomini della CEA, il servizio antiincen-
dio, ma si sono subito fermati a debita
distanzadallaWilliams:Sennaperdevasan-
guee la tutaeravistosamentemacchiata. In
pochi secondi è giunta l'auto col medico di
servizio che ha provveduto a stabilizzare il
collodelpilotabrasiliano,praticandoanche
una tracheotomiaper intubarloeconsentir-
gli la respirazione,ma si è subito capito che
l'incidenteera serio. Troppo serio.
Si èvistochiaramente, dalle immagini della
camera car di Schumacher che, nell'attimo
precedente l'uscitadellaWilliams,dal fondo
di questa si sono sprigionate delle scintille
dallaparte sinistra: il che farebbepresume-
re aun cedimentodella sospensioneposte-
riore: «Nei due giri precedenti ho visto che
la macchina di Senna era molto nervosa
sugli avvallamenti» ha detto Schumacher
dopo la gara, «Ayrton faceva fatica a tener-
la,manonsembrava fosseun'anomaliacosì
grave da provocare un’uscita di pista tanto
drammatica».
La seconda ipotesi è che abbia ceduto uno
pneumatico quando Senna è transitato sui
rottami della Benetton di Lehto, fermo fin
dalvia:«Abbiamoanalizzato laruotaposte-
rioredellaWilliams»hadettoBarryGriffin,
portavoce della Goodyear, «in effetti c'era
un taglio sul battistrada,mauna lesionedi
quell'ampiezza provoca un afflosciamento
immediatodellagommache ilpilotaavver-
te subitoperché le sospensionimeccaniche
non compensano la perdita d'aria come
avveniva invece con le attive. Se la gomma
cede, il fondodellamacchina striscia subi-
to per terra. Senna era un pilota troppo
esperto per non capire che qualcosa non
andava sulla suamacchina e se aveva una
gomma foratanonavrebbecertoaffrontato
il Tamburello in pieno, com’è accaduto. Il
taglio sulla gomma è avvenuto dopo l'im-
pattodellaWilliamscontroilmuro,nonpri-
ma».
La Goodyear ha anche smentito qualsiasi
responsabilità degli pneumatici: «A Imola
abbiamoportato lesolitegommechehanno
funzionatobeneanche l'anno scorso: stessa
costruzioneemescoleadeguate»,haconclu-
soGriffin.Maè stato il bossdellaGoodyear
LeoMehel a far capire che leF.1attuali con
questegomme strette sonoal limite: «Han-
no voluto per regolamento le gomme più
strette enoi leabbiamo fatte, adesso il pro-
blemanonè il nostro...».
Le sospensioni posteriori della Williams
sono state realizzate in carbonio, con
un’ineditaformaaerodinamica.Findaipri-
mi test avevanodenunciatodei cedimenti,
madopo leultimeprovepre-campionato in
Francia, al Paul Ricard, sembrava tutto
risolto.Sabatosera,però, sotto ilmotorho-
me della Williams, dopo aver salutato
Frank Williams e Patrick Head, Senna è
tornato sui suoi passi, ha preso da parte
Head e si è avvicinato a Frank Williams
ridiscutendo l'assetto per la gara. Quello
provatonelleprove liberedi sabatonon lo
convinceva: c'era qualcosa che nella Wil-
liams non andava a dovere e un pignolo
comeAyrtonnonpoteva lasciare le cose in
sospeso.Di cosa realmente avevanoparla-
to i tre?
Io non sono stato un amico di Ayrton Senna.
Non lo sono stato, come non lo sonomai stati il 99,99 per cento
di quelli che si sono professati tali, dopo la suamorte
FRANCO PANARITI
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