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Massimo Costa
Marc Marquez non capisce tutta questa agitazione di Valen-
tino Rossi nei suoi confronti. O fa finta. In ogni caso lo spagnolo
della Honda ha prontamente replicato, con una calma da fare
invidia, alle pesanti provocazioni e accuse di Rossi e pratica-
mente di tutta la stampa italiana, cartacea e televisiva. Che lo
ha messo all’indice per non avere mai tentato un attacco a
Jorge Lorenzo. Ma in realtà, il neo campione del mondo spin-
geva fortissimo nella prima parte della gara, un marziano. E
Marquez non riusciva a tenere quel passo, salvo poi avvicinarlo
a partire dalle metà della corsa. Ed aveva un piano: conservare
le gomme per poi attaccarlo seriamente a tre giri dal termine:
“Non mi piace per niente che Rossi si permetta di dire che non
ho volutamente attaccato Lorenzo, che ho aiutato a vincere un
pilota che non sia il mio compagno di squadra. In gara offro
sempre il massimo, il cento per cento. Per tenere il ritmo di Lo-
renzo ho preso grandi rischi nei primi quindici, venti, giri. Poi,
la situazione si è stabilizzata e il mio piano era quello di attac-
care Jorge negli ultimi tre giri, come accaduto ad Indianapolis.
Quando ho iniziato a provarci c’erano delle bandiere gialle, poi
è arrivato Pedrosa, ci siamo disturbati perdendo tempo e il
contatto con Lorenzo e quando mi sono riavvicinato ormai la
gara era finita. Ho sorpassato solo Pedrosa? Perché lui è an-
dato largo. Rossi dice che ho fatto da guardia spalle a Lorenzo?
Lo ha detto anche dopo il GP di Australia quando ho vinto to-
gliendo a Jorge cinque punti. Se volevo curare Jorge non gli
sarei stato così vicino prendendo dei rischi e avevo problemi
con la gomma anteriore. Direi che è un insulto pensare che
corro per favorire un altro pilota non Honda”.