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FORMULA 1
Il fatto
Stefano Semeraro
Il pastrocchio c'era, e molti, piccoli e medi team in primo
luogo, se n'erano accorti sin dall'inizio. La rivoluzione dei mo-
tori – anzi: delle power unit – voluti dalla FIA nel 2014 si è ri-
velata un passo falso e ora persino Jean Todt, il presidente
della Federazione Internazionale che tanto l'aveva caldeg-
giata, lo ammette. Da quando sono stai introdotti, i produttori
ibridi hanno causato un innalzamento dei costi di 20 milioni di
euro rispetto ai vecchi V8 aspirati, altro che risparmio; inoltre
la corsa dei costruttori verso la F.1, sperata e auspicata dalla
FIA, non c'è mai stata. Ferrari e Mercedes a parte, la Renault
si è trovata in grosse ambasce, la Honda tribola disperata-
mente da un anno, gli altri candidati si guardano bene dall'en-
trare in un vortice di spese e di tecnologia super complicata
che fra l'altro ha portato la Red Bull a un passo dall'addio pro-
prio per l'incapacità di reperire un motore competitivo. «Non
prevedere un tetto ai costi è stato probabilmente un errore»,
dice oggi Todt, difendendosi però con frecciatine palese-
mente rivolte ai top team che rifiutano ogni tipo di limite. «Ciò