14 Lug [15:05]

L'inchiesta - Track limits
e dissuasori, è allarme sicurezza

Mattia Tremolada

Mentre la FIA si crogiola nel crescente consenso dell’opinione pubblica circa l’introduzione del sistema halo (che a Silverstone è stato assolutamente efficace per proteggere Guanyu Zhou e Roy Nissany), il diffondersi dei dissuasori, siano salsicciotti o dossi, ha innescato diversi incidenti spettacolari e potenzialmente molto pericolosi. Una problematica che sta diventando sempre più evidente, ma che non sembra preoccupare chi dovrebbe occuparsi di sicurezza.

L’avvento dei dissuasori ha coinciso con l’asfaltatura delle vie di fuga dei principali circuiti di grado di sicurezza FIA 1 e 2, che fino ai primi anni 2000 erano prevalentemente in ghiaia. Un esempio su tutti è rappresentato dalla Variante della Roggia di Monza, che alla vigilia del Gran Premio d’Italia del 2007 ha visto l’ampia via di fuga in ghiaia completamente asfaltata. Questo ha però creato un problema sportivo, che abbiamo trattato già lo scorso settembre: l’incubo dei track limits.



Nelle due foto XPB Images, la prima variante di Monza a distanza di 21 anni. Nel 2000 erano presente solamente due cordoli bassi, mentre nel 2021 compaiono due salsicciotti e tre dossi.

Onde evitare che le vetture tagliassero la pista traendone beneficio, approfittando proprio delle nuovissime via di fuga in asfalto, la FIA ha iniziato a riempire le stesse vie di fuga di dossi, gli stessi che vengono utilizzati sulle strade pubbliche in prossimità di centri abitati e scuole. In parallelo, per evitare che le vetture andassero a tagliare sui cordoli nei punti di corda, all’interno dei tradizionali e bassi cordoli sono stati inseriti quelli che in gergo vengono definiti salsicciotti (sausage kerb).

Se il problema dei track limits è così stato, pur se solo marginalmente, arginato, queste vere e proprie rampe di lancio hanno iniziato a far prendere il volo alle vetture. Essendo posizionati nelle vie di fuga, dove tendenzialmente dovrebbero terminare la propria corsa le macchine fuori controllo, i dossi vanno a innescare incidenti dalle dinamiche imprevedibili, a differenza della ghiaia, che rallenta il cammino di tali vetture fino a fermarle.



Un esempio su tutti della pericolosità di questi veri e propri trampolini di lancio è l’incidente di domenica scorsa (campionato WEC) che ha visto protagonista Henrique Chaves alla Variante della Roggia di Monza, dove già nel 2021 ci fu un episodio simile. L’Aston Martin del pilota portoghese è arrivata nella via di fuga a velocità sostenuta (in seguito ad un presunto problema tecnico) e, urtando un dosso, ha preso il volo in uno spettacolare incidente. Immagini che hanno rapidamente fatto il giro del mondo, riportando alla memoria un altro volo, quello di David Vidales nell’ultima tappa della Formula Regional by Alpine 2021, quando il portacolori della Prema impennò su un dosso atterrando contro la vettura del compagno di squadra Dino Beganovic, innescando un incidente multiplo.

Solo sette giorni prima, invece, era stato un salsicciotto a provocare un contatto pericolosissimo a Silverstone, campionato F2. Un primo contatto tra le monoposto di Roy Nissany e Dennis Hauger aveva danneggiato lo sterzo del pilota norvegese che, rimasto senza direzionalità, ha preso il volo su un cordolo, atterrando proprio contro l’halo della Dallara del team DAMS dell'israeliano. Se lodare la presenza di tale sistema di sicurezza è ineccepibile, ignorare le cause che hanno scatenato un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi è quantomeno ipocrita.



Gli esempi sopra citati, così come quelli altrettanto spettacolari di Konstantin Tereščenko (GP3, Spa, 2014) e Jean-Eric Vergne (Monza, 2012), si sono risolti senza problemi fisici per i piloti. La lista degli infortuni causati dai dissuasori è però lunga. Alex Peroni ha riportato la frattura di una vertebra nell’incidente del 2019, sempre a Monza, questa volta alla Parabolica, un’altra curva la cui via di fuga è stata asfaltata di recente (nel 2014). Sophia Flörsch a Macao volò letteralmente su un salsicciotto, ferendo un fotografo che si trovava al sicuro in una cabina sospesa da terra. Anche la ragazza tedesca ha rimediato una frattura ad una vertebra.

Un’altra ragazza, questa volta Abbie Eaton, ha riportato la frattura a due vertebre sul circuito di Austin, dove la W Series correva al fianco della Formula 1. La dinamica della Eaton è molto simile a quella che ha tradito negli ultimi 12 mesi Oleksandr Partyshev, Santiago Ramos e Adrien De Leener a Misano, dove i dossi stradali sono posti addirittura in maniera perpendicolare al senso di marcia.



Un bilancio semplicemente inaccettabile, a maggior ragione dal momento che tutti gli incidenti sono accaduti su circuiti di grado di sicurezza FIA 1 o 2. Se è vero che, fortunatamente, nessuno ha riportato danni fisici permanenti, la presenza di tali rampe è assolutamente da rivedere, come più volte sottolineato da Italiaracing.

Inoltre, come detto in precedenza, la presenza dei dissuasori non evita situazioni al limite del ridicolo con i track limits (problema sempre più ingente che spesso e volentieri falsa i risultati di una gara), come accaduto a Spielberg nella Formula Regional by Alpine 2021 o in Formula 2 lo scorso fine settimana, quando al rientrante Roberto Mehri è stata tolta una clamorosa vittoria, nonostante a fine gara, a detta del team Campos, i commissari non siano riusciti a provare che il numero di violazioni fosse superiore a tre. Il sospetto è anzi che i commissari di percorso abbiano erroneamente segnalato dei track limits di Olli Caldwell sull’altra vettura di Campos, confondendo i numeri di gara.
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