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25 Gen [9:32]

Carey parla da re del Circus
"La F1 non a pieno potenziale"

Jacopo Rubino - Photo4

"Questo sport non ha raggiunto il suo pieno potenziale". È la convinzione di Chase Carey, nuovo amministratore delegato della Formula 1, chiamato a condurre la categoria regina del motorsport dopo l'acquisto da parte del gruppo Liberty Media. "Avevamo bisogno di mettere in piedi una nuova struttura per far crescere la disciplina nel modo che serve. In qualche modo lavoreremo con i nostri partner per rendere la F1 tutto ciò che deve essere per gli appassionati", ha dichiarato il manager americano a Sky Sports.

Carey, sicuramente, guiderà il Circus in maniera molto diversa da quanto eravamo abituati con Bernie Ecclestone. "Bernie ha gestito tutto come in un monologo. Non si tratta di una critica, ma della realtà", ha affermato. E non a caso al suo fianco sono stati annunciati Ross Brawn, a capo dell'area sportiva, e Sean Bratches per dirigere il settore commerciale.

"Lasciatemi essere chiaro, il rispetto è sincero", ha comunque sottolineato Carey riferendosi a Mister E, con il quale ha collaborato in questi mesi. "Merita grande riconoscimento per il business che ha allestito in questi decenni. Ha venduto per 8 miliardi di dollari, è la prova definitiva del valore che ha saputo creare". Ecclestone è stato nominato presidente onorario da parte della nuova proprietà: quasi un premio alla carriera, ma la speranza di Carey è che possa continuare ad essere un supporto prezioso. "Ha relazioni uniche nell'ambiente, capisce le cose meglio probabilmente di chiunque altro, i suoi consigli sono ineguagliabili. Fin qui mi è stato di grande aiuto".

Guardando avanti, Carey al New York Times ha dato garanzie sul mantenere il baricentro del Formula 1 in Europa: "La gente dice che americanizzeremo tutto, ma in realtà potremo farlo solo in alcuni aspetti". Innanzitutto, preservando le tappe storiche nel Vecchio Continente: "La base resta in Europa e vogliamo allargarla, mantenendo rapporti sani con i promoters". Si potrà forse tirare un sospiro di sollievo con Silverstone, considerata a rischio uscita dopo il 2019, e per il ritorno della Germania rimasta fuori dal Mondiale come due anni fa. Il tutto senza comunque escludere lo scenario di un secondo Gran Premio negli USA: "Vorremmo qualcosa che possa essere un grosso evento nazionale, in una città turistica, come New York, Los Angeles, Miami o Las Vegas", ha spiegato Carey. "Una città dove i tifosi possano stare per qualche giorno, con la gara come attrattativa principale allo stesso modo del Super Bowl".