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Una grande gara, rovinata dal problema

al Kers. Per il finlandese l'anno orribile

2014 è ormai alle spalle, e la Ferrari può

ottenere altri grandi risultati. «Ma sulla

mia riconferma non sono io a decidere»

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GP UNGHERIA

Ferrari

Raikkonen

manda segnali

Stefano Semeraro

Per Kimi Raikkonen poteva essere la giornata della definitiva ri-

nascita, uno schiaffo morale a chi già lo vuole fuori da Maranello.

Una partenza ancora più bella di quella di Vettel, 50 giri da pro-

tagonisti con il secondo posto nel mirino. Poi è arrivata la doc-

cia fredda del guasto al Kers, il rallentamento, la rabbia, il ritiro.

E allora viene quasi da ripensare ai tanti guai di 'Calimero' Bar-

richello, alle mille sfighe di 'Zerbinho'. Al di là dell'indiscusso pri-

mato di Vettel in casa Ferrari, con tanti guai che capitano sempre

a lui, materia per i retroscenisti ce ne sarebbe. Ma il primo a

sdrammatizzare (almeno apparentemente...) è proprio Kimi. «Ho

sopportato tante delusioni e tante brutte gare – dice Iceman -

questa è solo una in più. Al team resta la vittoria di Seb, ma

avrebbe potuto essere facilmente una doppietta. Avevamo la

velocità, tutto funzionava, peccato ci sia messo di mezzo quel

guasto. Quando hai sfortuna, hai sfortuna: le gare sono anche

questo». Un secondo posto all' Hungaroring avrebbe potuto re-

stituirgli qualche chance per l'anno prossimo, anche se se le voci

su un contratto già firmato da Bottas sono sempre più insistenti.

Giusto così? «Non si tratta di dire se è giusto o no. Non è una de-

cisione che spetta a me, ma al team, e loro fanno quello che vo-

gliono. Quello che so è che se non fossi più veloce, o non avessi

più voglia di correre non sarei qui, ma davanti alla tv. Quest'anno

la macchina è stata sempre veloce, siamo ben lontani dal disastro

dello scorso anno. Qualche problema qui e lì ci ha impedito di

mostrare fino in fondo tutto quello che valiamo, ma continue-

remo a spingere e magari la fortuna ci darà una mano. Sono

certo che potremo cogliere altri grandi risultati, ma a patto che

certi problemi non si ripropongano».