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Stefano Semeraro

«Gli spaghetti? Non mi sono mai piaciuti. Ieri sera piuttosto mi sono fatto una

pizza all'arrabbiata, e l'ho consigliata anche alla squadra, così ci siamo caricati

bene...». Maurizio Arrivabene ci ha abituato a battute ad effetto (e piccanti) e nel

dopo gara dell' Hungaroring, viste il clima da Expo di quest'anno e le critiche cu-

linarie di Niki Lauda alla vigilia del GP di Ungheria («Cosa c'entra la Mercdes se

alla Ferrari sanno fare bene solo gli spaghetti?», frase poi corretta e addolcita,

ndr) ha deciso di mostrare di che... pasta è fatto il team di Maranello. «Questa

vittoria è dedicata a chi dice un sacco di stupidaggini (ad esempio Alonso?, ndr)

e non sa fare i calcoli. Qualcuno vuole dividere la squadra, ma finché ci sarò io

non succederà. Ho le spalle larghe... Piuttosto, quando potremo scegliere noi la

mescola da usare sarà sempre troppo tardi». Un venerdì nero, pieno di guai tec-

nici, un sabato luminoso, una domenica spendente. «James Allison (il dt della

Rossa, ndr) mi ha detto che è stato il peggior weekend della sua carriera, ma

nelle terze libere di sabato già avevamo trovato delle soluzioni. E abbiamo az-

zeccato l'idea di concentraci sulla partenza. Era l'ultima con la vecchia tecnolo-

gia, direi che l'abbiamo sfruttata bene. Però il gap con la Mercedes è altalenante,

dobbiamo restare umili». Che significa riconoscere le altre scelte vincenti – tor-

nare alla power unit pre Canada, le gomme soft che si sono rivelate vincenti con

la pista libera, il vantaggio dato dal nuovo carburante – ma anche che l'Unghe-

ria non è il modello di quello che succederà di qui alla fine del campionato e che

il guasto al kers di Raikkonen è una ferita aperta. Come aperta rimane la que-

stione del suo rinnovo. «Non c'è fretta – dice al proposito Arrivabene – per ora

preferiamo concentraci sulla macchina più che sul pilota».

Maurizio Arrivabene

batte il cinque a Sebastian Vettel

nel dopogara di Budapest