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I l t eam / Te r amo Rac i ng

“ Pe r v i nce r e qu i se r ve l a pe r f e z i one ”

Presente da due anni nel mondo delle monoposto, Roberto Di Giuseppe e i suoi hanno trovato in F.4 l'ambiente

giusto per mettere a frutto la professionalità costruita in oltre vent'anni di gare fuori pista

Dal 2015 la griglia dell'Italian Formula 4

Championship ha accolto una realtà quasi

inedita, il Teramo Racing Team. La compagine

abruzzese ha scelto la serie tricolore riservata

alle Tatuus-Abarth per affrontare un nuovo

capitolo della propria storia, schierando il pilota

pescarese Riccardo Ponzio. Abbiamo fatto un

breve excursus dell'attività del team con il

titolare Roberto Di Giuseppe.

Ci racconta qualcosa della vostra squadra?

«Il nostro team è nato nel 1995, misurandosi tra

rally, cronoscalate e gare sul ghiaccio. Con il

passare degli anni ci è venuta voglia anche di

lanciare alcuni giovani talenti nelle competizioni

in pista, così abbiamo deciso di compiere il

nostro ingresso in Formula 4. Questo è il nostro

secondo anno».

Cosa avete scoperto nel mondo delle

monoposto?

«Abbiamo trovato una grande minuziosità, che

definirei quasi millimetrica, nella definizione

degli assetti, delle traiettorie e di tutti i dettagli.

Vincere significa aver fatto le cose alla perfezione

almeno al 99 per cento».

Come raccontate la vostra esperienza con la

vettura Tatuus?

«La categoria è nata nel 2014, quindi è

attualissima. Anzi, passo dopo passo sta vivendo

una crescita esponenziale e ha un futuro stabile

per i prossimi anni. Per questo l'acquisto della

vettura è un ottimo investimento, non c'è la

preoccupazione di trovarsi con un prodotto che

diventerà obsoleto in poco tempo. In pista è poi

di semplice gestione, l'ideale per i ragazzi che

arrivano dal karting. La monoscocca in carbonio

è robusta, e sostituendo pochi ricambi la

macchina torna praticamente come nuova».

Qual è la qualità più grande di questa vettura?

«Il pregio principale è il prezzo in rapporto alle

sue prestazioni. Il gap dalle F3 non è così ampio,

di circa un secondo al chilometro, ma con un

costo quattro volte inferiore. I giovani che

devono imparare possono anche divertirsi

parecchio».

Avete definito un obiettivo per quest'anno?

«Cerchiamo ovviamente di ottenere il massimo

possibile. Siamo un po' svantaggiati rispetto alla

concorrenza, perché il nostro pilota non ha una

formazione kartistica, ma insieme stiamo

cercando di recuperare il tempo perso. Ci

mettiamo impegno e professionalità».

j.r.