Previous Page  10 / 32 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 10 / 32 Next Page
Page Background

10

di Jacopo Rubino

Sono già andati in archivio due round nel calendario dell’Italian Formula 4

Championship, giunto alla terza edizione. La serie capostipite della

categoria, che nel 2014 ha visto esordire in pista le apprezzate vetture

Tatuus-Abarth, ha registrato una ulteriore crescita toccando i 41 iscritti nella

tappa inaugurale a Misano. Un boom, già previsto in inverno, che ha

convinto gli organizzatori a varare un format alternativo per gli eventi, così

da accogliere tutte le richieste pervenute.

Format di stampo kartistico

ancora più formativo per i piloti

Le qualifiche si disputano ora in due batterie da 20 minuti, dopodiché sulla

base dei tempi siglati avviene una nuova suddivisione in tre gruppi (A, B e

C) che si affrontano a turno nelle tre manche eliminatorie: ogni pilota ne

disputa due, e la somma dei punteggi determina lo schieramento della

finale di domenica pomeriggio, che va in scena a ranghi completi. Il

sistema, di ispirazione kartistica, ha reso l’impegno ancora più intenso e

formativo per i giovani protagonisti al via. Bisogna correre con la testa, per

evitare errori che possono compromettere l’esito dell’intero fine settimana,

ed è divenuta cruciale la gestione dei pneumatici per tutto l’arco del

weekend. Motivo per cui i risultati non mai apparsi scontati.

Prima Schumacher, poi Siebert

nel ruolo di capoclassifica

Come detto, il primo atto si è svolto nella cornice di Misano, attirando

l’attenzione dei media di tutto il mondo. Vera calamita è stata la presenza di

Mick Schumacher, che per la sua seconda stagione in F.4 (nel 2015 aveva però

corso solo in Germania) si è accordato con il team Prema campione in carica.

Il figlio di Michael non ha deluso le aspettative, cogliendo le vittorie di gara 1 e

gara 2, assieme a una rimonta entusiasmante in finale. Schumacher si era

proiettato in vetta alla graduatoria, ma la Prema ha saltato la trasferta di Adria

per ragioni logistiche. Le opportunità di ambire al titolo restano comunque

immutate, dato che le regole consentono di scartare i cinque peggiori

piazzamenti. Il nuovo capoclassifica è intanto divenuto Marcos Siebert con

103 punti. L’argentino di Jenzer Motorsport vanta nel proprio score una pole e

due successi, e sta facendo della regolarità la sua arma chiave.

Guzman la sorpresa

Baiz re di Adria

La principale sorpresa, invece, è stata forse il messicano Raul Guzman,

portacolori della DR Formula, capace di belle rimonte e grandi sorpassi.

Anche per il messicano sono arrivati due trionfi, e senza il ritiro in gara 2 ad

Adria (mentre era ancora in lotta per la prima posizione) avrebbe potuto

essere al top della generale. Il weekend sul circuito veneto ha fatto inoltre

fatto impennare le quotazioni del venezuelano Mauricio Baiz, re di gara 1 e

della finale insieme alla compagine tedesca Mucke.

Cunati miglior italiano

e miglior rookie

La pattuglia italiana, che conta quest’anno otto rappresentanti, sta trovando

il suo miglior esponente in Simone Cunati. Il comasco del team VSR è

riuscito spesso a lottare al vertice, ma ha probabilmente raccolto meno di

quanto meritato a dispetto di due podi già all’attivo. Sua è comunque la

leadership nel trofeo riservato ai rookies, dove l’antagonista più temibile è

l’indiano Kush Maini della BVM.

Simone

Cunati

Raul

Guzman