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Stefano Semeraro

Adesso più che altro, più di tutto, contano le combinazioni.

Quelle che ad Abu Dhabi, l’ultima gara dell’anno, possono con-

sentire a Rosberg di aprire la cassaforte di un campionato che

sembrava destinato a vincere a inizio anno, con quelle quattro

gare vinte di fila, che si era quasi lasciato scappare e che poi ha

ripreso dopo la pausa estiva quando Hamilton è stato tormen-

tato di nuovo dai cedimenti del motore Mercedes (e dalle san-

zioni spese per evitarli…). «Rosberg non ha nulla più di me», ha

sibilato Lewis ancora fradicio di pioggia e sudore dopo l’arrivo

del Messico. «Vincere qui (sulla pista di casa del suo idolo Senna,

ndr) era un mio sogno di bambino. Sono contento perché ho

battuto tutti e con la stessa macchina di Nico ho dimostrato di

essergli superiore. E Nico adesso sta guidando al suo meglio.

Ha fatto quello che doveva fare, ha completato tutte le gare

senza un problema, mentre io ne ho avuti». Non ha tutti i torti,

visto che aveva appena colto la terza vittoria filata dando di

nuovo un saggio del suo talento, guidando con sicurezza asso-

luta in mezzo ad una autentica inondazione. E’ andata però così,

Rosberg è stato bravo a non farsi prendere dai nervi, sfruttando

anche il gentile regalo della Red Bull che gli ha tolto dal mezzo

la furia scatenata di Max Verstappen, e ora si appresta a vincere

il suo primo titolo mondiale. Molti, Bernie Ecclestone in testa, si

augurano che nel Golfo ad Hamilton riesca il colpaccio, l’affondo

capace di sparigliare all’ultimo un finale che pare già scritto, ma

stavolta il destino non è nelle sue mani.

La scalata nel

deserto di Hamilton

L’inglese ha 12 punti di vantaggio, quindi a Rosberg per mettersi

l’alloro al collo basterà salire sul podio ad Abu Dhabi, indipen-

dentemente da cosa farà Hamilton. Se Lewis arriverà 2° gli sarà

sufficiente il 6° posto, con il 7° i due della Mercedes arrivereb-

bero invece pari per punti, per vittorie e secondi posti ed Ha-

milton sarebbe campione per il maggior numero di terzi posti.

A scendere, con Hamilton 3°, a Rosberg sarebbe sufficiente chiu-

dere 8°, mentre se Hamilton dovesse fallire il podio Rosberg di-

venterebbe campione anche senza segnare punti. Facile

immaginare che Hamilton non si preoccuperà altro che di vincere

mentre Rosberg penserà solo a finire fra i primi 3. «Non è facile

trovarsi in questa posizione prima della ultima gara», ha aggiunto

Hamilton. «Ma non ho intenzione di arrendermi. Tutto può suc-

cedere. Non è probabile, ma non si sa mai».

Wolff se la ride

Rosberg sereno

Chi se la gode è Toto Wolff, che adesso ha anche voglia di scher-

zare. «Un finale di campionato che pare deciso da Ecclestone»,

ha sogghignato, omettendo di dire che Bernie tifa palesemente

per Hamilton. «Questo del Messico, considerate le circostanze,

è stato forse il miglior risultato della stagione. Ad Abu Dhabi non

abbiamo da fare altro che dare ai nostri piloti la miglior macchina

possibile per darsi battaglia in pista». Non difficilissimo: è dal-

l’inizio dell’anno che lo fanno. «Oggi le condizioni erano davvero

difficili», ha commentato invece Rosberg, che sul bagnato non è

mai stato un drago. «Grazie al mio team per avermi lasciato fuori

con le gomme ‘full rain’. Lewis è stato bravo e ha meritato di vin-

cere, a me va bene il secondo posto. Ora c’è Abu Dhabi, dove

ho bei ricordi dallo scorso anno, e farò di tutto per vincere». Il

campionato, intendeva, non la gara.