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GP BRASILE

Red Bull

Inventa sorpassi

dove nessuno osa

Quello che ha entusiasmato di Verstappen è stato l’intuito

nell’effettuare sorpassi dove nessuno ci pensava, capendo

prima degli altri quali potevano essere i punti della pista con

maggiore grip, vedi l’esterno della curva 3 quando ha infilato

con classe Rosberg. Non è la prima volta che Verstappen in-

venta, lo ha già fatto lo scorso anno con la Toro Rosso (ricor-

derete la coraggiosa manovra su Ericsson a Spa) e continua

anche oggi. Ha una staccata lunga eterna e quando un pilota

vede negli specchietti la sagoma della Red Bull di Verstappen,

non sa come difendersi perché l’attacco può arrivare dove

meno te lo aspetti, in punti del tracciato dove nessuno ha mai

provato a scavalcare un avversario. Quello che poi è più pia-

ciuto dell’olandese è che nei numerosi sorpassi effettuati, non

ha finalmente fatto ricorso alle sue consuete mosse intimida-

torie, sempre inutili, che gli hanno attirato le antipatie di molti.

Verstappen ha superato tutti in maniera pulita, anche Sebastian

Vettel, benché il tedesco si sia lamentato senza ricordare che

nello stesso punto aveva compiuto la medesima manovra del

baby olandese ai danni di Fernando Alonso.

Come Senna e

Schumacher?

Ovviamente, dopo una corsa del genere, ci si è scatenati nel

trovare similitudini in ciò che ha combinato Verstappen, e sono

venuti in mente il Michael Schumacher del GP di Spagna del

1996 con la Ferrari e l’Ayrton Senna di Donington 1993 con la

McLaren. Entrambi però, vinsero le rispettive gare. Dunque,

Verstappen di strada ne deve ancora fare anche se è lecito do-

mandarsi cosa sarebbe accaduto se la Red Bull non avesse top-

pato la strategia. Avrebbe concluso Max davanti a Rosberg?

Sarebbe andato all’attacco di Hamilton? Forse la risposta alla

prima domanda è “sì”, la risposta alla seconda domanda è

“no” perché l’inglese della Mercedes viaggiava nettamente più

rapido di Verstappen quando era secondo e a parità di condi-

zioni. Altro appunto: Max guida una vettura molto competitiva,

quindi certe cose riescono facili, ma è pur vero che a parità di

mezzo Daniel Ricciardo questa volta è crollato adducendo un

problema alla visiera che si appannava. Senza togliere nulla a

Verstappen, sottolineamo che nella storia del motorsport le im-

prese rimaste indimenticabili sono quelle compiute con la piog-

gia dai piloti alla guida di monoposto nettamente inferiori: il

quasi successo di Senna a Monaco 1984 con la Toleman, il

primo posto di Senna a Estoril 1985 con la Lotus sotto il tem-

porale, la vittoria di Vettel a Monza con la Toro Rosso o quella

ormai preistorica di Vittorio Brambilla a Zeltweg 1975 con la

March. Episodi ben scolpiti nella pietra.