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Fabrizio Giovanardi/campione Superturismo

«La passione è il carburante della professionalità»

«Alla base di tutto c'è la passione. Con Edo

Riboldi prima e Giovanni Delfino poi ho pas-

sato una vita gareggiando per l'Alfa Corse.

Edo si può dire che sia 'nato' in garage, quan-

do cresci dentro una realtà con una forte

dimensione umana, fra pilota, team e prepa-

ratori, fra chi deve correre e chi deve fare, si

sviluppano rapporti di grande amicizia.

All'interno di un'azienda grande inevitabil-

mente il gruppo è più sgranato, i rapporti

sono più lontani. Con Edo bastava guardarsi

in faccia: non c'era da passare per capi,

capetti o altre gerarchie. Io almeno l'ho sem-

pre vissuta così.

Poi c'è l'eterno gioco delle parti tipico del

mondo delle corse, noi piloti che magari

dopo una sconfitta diamo la colpa ai motori-

sti e al team, il team che scarica la responsa-

bilità sul pilota, e così via... Dico sempre,

scherzando, che a un preparatore puoi insul-

tare la moglie, ma guai a toccargli il motore.

Gli episodi vissuti insieme sono tanti, ricordo

ad esempio un test al Mugello, e Edo se lo

ricorderà anche lui. Erano i tempi del Super-

turismo, quindi parliamo di motori sofistica-

ti, molto complessi. Rientrai ai box e dissi a

Edo che il motore faceva un rumore strano,

lo mettemmo sui cavalletti e alla terza acce-

lerata esplose. Fra stima e diffidenza all'ini-

zio c'è una barriera sottile, per conquistarsi

fiducia bisogna usare cautela, con Autotecni-

ca il rapporto è sempre stato di grande fran-

chezza e professionalità».